Donna suicida vittima di stalking: quando il carcere non basta a fermare l’aggressore

4 Luglio 2023 - 18:22

Donna suicida vittima di stalking: quando il carcere non basta a fermare l’aggressore

Una donna si toglie la vita dopo essere che il suo ex compagno l’ha perseguitata nonostante una condanna per violenza. La terribile vicenda arriva da Riesi, in Sicilia, dove la vittima, una trentatreenne, si è suicidata pochi giorni dopo aver presentato una nuova denuncia di stalking.

La donna era costantemente perseguitata dal suo ex compagno, un uomo di 26 anni. Anche quando l’uomo era agli arresti domiciliari, continuava a molestarla in ogni modo possibile. Le autorità avevano preso sul serio le denunce della vittima, considerando anche i precedenti di violenza dell’uomo.

Il sostituto Procuratore Generale di Caltanissetta, Fabiola Furnari, aveva ritenuto l’uomo pericoloso e aveva chiesto l’aggravamento della misura cautelare. La richiesta era stata accolta, ma purtroppo non in tempo. L’ex compagno era passato dal regime degli arresti domiciliari al carcere.

La situazione era diventata insostenibile per la donna. Temendo di subire nuove violenze, ha deciso di togliersi la vita il 30 giugno. Nonostante l’intervento rapido delle autorità nel limitare le azioni dello stalker, non è stato possibile evitare la tragedia.

La vittima aveva già subito violenze in passato e aveva denunciato ripetutamente l’uomo. In un processo, quest’ultimo era stato condannato in appello a 11 anni di reclusione per violenze sessuali, lesioni e minacce di morte. Nonostante ciò, l’uomo aveva ottenuto gli arresti domiciliari.

La relazione tra i due era durata solo alcuni mesi nel 2020, ma l’uomo si era rivelato violento. Dopo aver subito numerosi abusi, la donna aveva denunciato il suo ex compagno, ottenendo una condanna a 11 anni di reclusione in primo grado, successivamente confermata in appello.

Nonostante la denuncia di stalking recente della vittima riguardo alla persecuzione subita, la Procura ha richiesto un aggravamento delle misure restrittive per l’imputato. Purtroppo, per la donna, era troppo tardi. Non si sentiva più al sicuro e ha scelto di porre fine alla sua vita.

Ora la Procura di Caltanissetta indaga sul caso per comprendere quali siano state le cause del fallimento dei controlli sull’uomo che, nonostante gli arresti domiciliari, è riuscito a continuare a perseguitare la sua ex compagna. Si cerca di comprendere cosa non abbia funzionato nel sistema di protezione.

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