Donna positiva al Coronavirus finisce in coma: al suo risveglio scopre la nascita della figlia

14 Aprile 2020 - 20:42

Donna positiva al Coronavirus finisce in coma: al suo risveglio scopre la nascita della figlia

Angela Primachenko è una donna americana di 27 anni che ha scoperto di avere il Coronavirus in gravidanza. I medici hanno deciso di indurle il coma farmacologico e al suo risveglio ha scoperto che sua figlia era nata.

Il Daily Star ha raccontato la sua storia. Angela vive nello stato di Washington. Alla 33esima settimana di gravidanza scopre di essere stata colpita dal Covid 19. Capisce di dover lottare per la sua vita e per quella della sua bambina.

Le sue condizioni finiscono per peggiorare rapidamente tanto da rendere necessario l’impiego di un ventilatore polmonare. A un certo punto, i medici del Legacy Salmon Creek Medical Center (Washington) che l’avevano in cura decidono che sarebbe stato meglio tenerla in condizione di coma farmacologico.

La fase successiva è stata quella di indurre il travaglio. Angela, quando si è svegliata, ha ricevuto la notizia più bella della sua vita: la piccola Ava era nata. Sta bene è risulta negativa al virus, mamma e figlia però devono rimanere lontane ancora per un po’.

“Mi hanno dimessa: dopo 7 giorni in ospedale, 10 giorni attaccata a un ventilatore e mille preghiere sono a casa ed è così bello!” ha scritto Angela su Instagram. La zia della bimba intanto ha avviata una raccolta fondi su internet: grazie alla generosità dei donatori sono stati raccolti oltre 50mila dollari.

“La mia gemella non solo è sopravvissuta al COVID-19 ma è anche riuscita a partorire mentre era in coma farmacologico… – ha scritto la sorella di Angela – Lo so, nessuno di noi sa come sia stato possibile, eppure è successo”.

E in un video social, per commentare il commovente applauso dei medici che l’hanno accolta in reparto, ha scritto: “Oggi sono stata promossa! Lascio la terapia intensiva per scendere al piano con gli altri!”.

Le sue condizioni finiscono per peggiorare rapidamente tanto da rendere necessario l’impiego di un ventilatore polmonare. A un certo punto, i medici del Legacy Salmon Creek Medical Center (Washington) che l’avevano in cura decidono che sarebbe stato meglio tenerla in condizione di coma farmacologico. Fonte: Fanpage.