Maria Ruggia, 76 anni, è morta all’ospedale Ingrassia di Palermo. Per otto giorni, dal 10 al 18 dicembre, è rimasta su una barella nel pronto soccorso. Solo il 19 dicembre è stata trasferita in Medicina generale, ma ormai era troppo tardi. Il giorno successivo è deceduta.
La figlia, Romina Gelardi, denuncia gravi negligenze. “Hanno ignorato le sue condizioni. Era fragile, cardiopatica, diabetica e con un carcinoma. Non hanno dato la terapia antibiotica necessaria né garantito un ambiente sicuro.” La donna ha sporto denuncia e il caso è ora in mano alla Procura.
La polizia ha sequestrato la salma e le cartelle cliniche. L’autopsia si terrà all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo. La famiglia vuole risposte chiare. Gelardi accusa: “Non hanno riconosciuto segni evidenti di sepsi. Non ci hanno permesso di assisterla, lasciandola abbandonata.”
Per giorni, i parenti hanno cercato di capire la situazione. “Telefonavamo ogni giorno. Ci dicevano che non c’erano posti liberi. Quando finalmente si è liberato un posto, ci hanno informato che era gravissima. Il giorno dopo è morta.” Ora, la figlia chiede giustizia per evitare altri drammi simili.
L’Asp 6 di Palermo ha avviato un’inchiesta interna. Promette verifiche rigorose su protocolli e procedure del pronto soccorso. Negli stessi giorni, l’ospedale ha registrato un sovraffollamento straordinario. Ecco perché la barella.
La direzione si impegna a chiarire i fatti. “Le accuse saranno analizzate con attenzione. Ogni dettaglio delle cartelle cliniche sarà valutato,” assicura l’Asp in una nota ufficiale.
La famiglia di Maria non si arrende. Romina conclude: “Vogliamo che chiunque abbia un parente in ospedale sappia cosa può accadere. La verità deve emergere.”
Fonte: Fanpage
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