Ha curato i costumi di Jeremy Piven per il film The Performance, selezione ufficiale alla Festa del Cinema di Roma, da dove ha tratto ispirazione?
Con il costumista Alessandro Lai abbiamo fatto una ricerca storica degli stili e dei tessuti degli anni 30/40 sia in America che in Europa, che sono l’epoca e i luoghi dove e’ ambientato il film. In quegli anni i tessuti erano completamente diversi da quelli di oggi, più corposi, più espressivi, siamo andati a caccia proprio di quei tessuti, alcuni trovati altri riprodotti. Gli anni 40 sono un periodo storico che io amo molto, i rever larghi, gli abiti doppiopetto, i tessuti caldi, la vestibilità avvitata anche per gli uomini, le spalle generose delle giacche e i cappotti lunghi sono tutti elementi che mi emozionano ed entusiasmano.
– Immagino che abbia fatto anche un grosso lavoro di ricerca, dato che la pellicola è ambientata negli anni ’40.
Si, ricerca dei tessuti, dei modelli, dei colori, ci siamo immersi nell’America prima e poi nell’Europa e in particolare nella Germania degli anni 40 cogliendone l’estetica nei minimi particolari.
– Jeremy Piven è suo amico o il vostro rapporto è nato in seguito al film?
Con Jeremy siamo amici dal 2005, quasi 20 anni. Ho realizzato i suoi costumi per la serie televisiva Entourage su HBO dal 2005 al 2011 e poi anche nel film che ha fatto seguito alla serie. Ho vestito Jeremy anche per gli Emmy Awards e per i Golden Globes. Abbiamo passato molte vacanze insieme e siamo legati da una bellissima amicizia e da una grande stima reciproca per quello che facciamo. Due anni fa Jeremy mi ha chiamato dicendomi che dovevo fare i suoi costumi per The Performamce e io sono stato molto felice di far parte di questo film che per Jeremy e’ forse il ruolo più importante della sua carriera.
– Che emozione si prova a vestire i divi di Hollywood?
Più che a vestire i divi di Hollywood l’emozione c’è quando si vedono i capi creati sul grande schermo o in televisione a delineare il ruolo del personaggio, ad aiutare l’attore a entrare nel personaggio, questo è veramente emozionante. E’ anche emozionante sentire gli attori di Hollywood dire il tuo nome sul red carpet agli Oscar quando gli chiedono chi ha creato il loro look e quando vanno sul palco a ricevere l’Oscar, molto emozionante.
– Quando ha mosso i primi passi in questo settore si aspettava così tanto successo?
Devo dire di no, non pensavo di entrare a Hollywood dalla porta principale lavorando con registi, attori, costumisti e produttori premi Oscar e di aver creato da stilista i costumi per più di 50 film e serie televisive americane alle quali abbiamo aggiunto già un paio di serie televisive italiane, A casa tutti bene di Gabriele Muccino e la nuova stagione di Malinconico, avvocato di insuccesso con Massimiliano Gallo e Marco Leonardi.
– Si impegna tanto per esportare l’Italia all’estero. Un processo che sente di dove fare per quale ragione?
Perché sono italiano. Sono molto orgoglioso del mio paese, della sua bellezza, della sua eleganza e di quello che hanno fatto molti italiani di successo e allo stesso tempo sono cittadino del mondo e mi piace essere ambasciatore del made in Italy nel mondo, come mi ha definito il quotidiano The New York Times.