L’opera ‘Dissetarsi d’amore’ di Marco Coda alla Provincia di Salerno
Celebra la storia con Ghismunda e Guiscardo e legge il presente
“Amor può troppo più che né voi né io possiamo” cosi il giovane Guiscardo risponde al principe Tancredi.Il sovrano gli rimprovererà, prima di farlo uccidere, l’amore segreto con la figlia Ghismunda. E’ la storia raccontata da Boccaccio nel Decamerone.
E’ l’ispirazione dell’artista napoletano Marco Coda che ha deciso di lasciare, per la settimana di San valentino, una sua opera in esposizione al Palazzo della Provincia di Salerno, in via Roma.
La novella ‘recuperata ed ispiratrice’ racconta la storia di Tancredi, principe di Salerno, e di sua figlia Ghismunda.
Tancredi è un buon sovrano ma ha la pretesa di controllare il cuore, i desideri della figlia. Quando ella resta vedova lui si preoccupa di trovare un nuovo sposo.
La figlia è, pero, ha già donato il suo cuore ad uno dei valletti del padre, umili origini e animo nobile. Iniziano una storia, sarà scoperta, i loro baci diventeranno colpe.
Guisacardo assassinato, Ghismunda si lascerà morire.
Marco Coda ha pescato nella storia di Salerno per raccontare la forza dell’cuore, per ‘scolpire’ un inno all’amore, per raccontare la libertà, il rispetto delle scelte, per liberare i baci.
Una storia antica letta con gli occhi moderni.
“Un cuore, un bacio, così celebro l’amore” dice Marco Coda.
“Ho ripreso un amore tormentato per raccontare al mondo che opporsi agli amori puri, vivi, sinceri, irriverenti e coraggiosi, è reato. Tocca alle famiglie, agli affetti più cari, agli amici insegnare il rispetto delle scelte. L’amore può troppo più di ogni cosa”.
Il vernissage è previsto per martedì 13 alle ore 17 e 30. Con l’artista, il giornalista Gaetano Amatruda, la dottoressa Filomena Avagliano e il delegato alla Cultura della Provincia di Salerno, Francesco Morra.
“Raccontiamo l’amore – dice Morra – e siamo felici di ospitare un giovane artista. Come altre volte abbiamo fatto e faremo la Provincia è vicina alle nuove competenze, ai talenti che nascono”.