Una storia che ha dell’incredibile. Al cimitero del Verano di Roma è stata imbrattata con una serie di svastiche la tomba di la tomba di Alfredino Rampi, il bimbo di sei anni che morì
cadendo in un pozzo artesiano a Vermicino il 13 giugno 1981. Sulla vicenda indagano i carabinieri di San Lorenzo di Roma, che stanno analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.
La “più ferma condanna alla vile profanazione” è stata espressa dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. “Una notizia – afferma – che mai avremmo voluto leggere e che indigna profondamente.
Mi auguro che al più presto i colpevoli vengano individuati dalle forze dell’ordine”. Per il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, “è un atto gravissimo,
ingiustificato e incomprensibile. Gli inquirenti facciano luce su quanto accaduto e si perseguano i responsabili senza alcun indugio. È inquietante che il cimitero
monumentale del Verano possa essere oggetto di atti vandalici ma ancora di più contro la sepoltura di un bambino innocente simbolo di una tragedia nazionale che colpì le coscienze e i cuori di tutti gli italiani”.
“Un colpo al cuore la profanazione della tomba di Alfredino Rampi. Gli autori di questo scempio devono vergognarsi e spero vengano individuati presto”, scrive su Twitter il
presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Proprio sabato scorso, nel quartiere della Garbatella, era stato inaugurato un murales dedicato ad Alfredino. “Faremo ripulire subito
questo scempio – assicura il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri -. Alfredino resta nei nostri cuori. Questi barbari si vergognino”. “Siamo increduli e senza parole”, fa sapere l’associazione
Alfredo Rampi, cui fanno riferimento i genitori del piccolo. “Si tratta di qualcosa che nessuno di noi avrebbe mai pensato di dover commentare. E’ forse anche il segno del degrado di questi tempi. Siamo costernati”.