Scrivere di Diego è complesso, perché lui è il calcio, è Napoli, è l’Argentina. Non si può parlare al passato, perché i geni come lui non possono morire. Semplicemente il più grande di tutti, l’unico che si è identificato a tal punto nella nostra città da diventarne una icona, un simbolo, come Eduardo, Totò, Massimo, Pino.
Diego è un sentimento, la rivolta degli oppressi contro un potere ottuso, la rivincita di una periferia argentina o di una strada napoletana piena di ragazzini con poche certezze. Diego ci ha insegnato che si può fare, si può vincere, contro tutto e contro tutti.
La gioia di una sua giocata, l’allegria dei compagni, dei tifosi e degli avversari che lo ammiravano, hanno dato al Calcio e a tutto lo Sport una valenza diversa: il riscatto, l’arte, la poesia. Una Napoli per la prima volta vincente, grazie a lui.
Un supereroe, catapultato sulla terra da Krypton, un marziano. Il pallone usato come lo scudo Capitan America, la ragnatela di Spiderman. Un’arma da combattimento, per la difesa dei più deboli. Ha vendicato la sconfitta argentina contro gli inglesi per le isole Falkland, usando anche la mano.
Lui può. 2 scudetti e una Coppa Uefa al Napoli, un’impresa titanica. Ed è andato via all’improvviso, probabilmente per affrontare nuove battaglie a favore dei deboli, in qualche punto dell’Universo. Vincerà, dovunque andrà. Ciao Diego, Napoli ti amerà per sempre!!!
Franco Di Stasio