Carlo Calenda, leader di Azione, è stato protagonista di un botta e risposta con Luigi Di Maio. Alla Confederazione nazionale artigiana, ha presentato il suo programma politico per le elezioni del 24 settembre. Calenda ha paragonato la scelta dei candidati con la logica dell’assunzione in una piccola impresa: “Come mai votiamo la politica di cui siamo insoddisfatti? Uso la metafora della piccola impresa artigiana: se doveste fare un colloquio di lavoro chiedereste che cosa ha fatto una persona nella vita, se ha esperienza, e che progetti ha per l’azienda”.
E ha aggiunto: “Se una persona ha fatto il venditore di bibite, ad esempio, non lo prenderei in questa impresa. Se quella persona vi dicesse che l’impresa diventa più grande della general electric, chiamereste la neuro”.
Luigi Di Maio si è sentito chiamato in causa. Il leader di Impegno Civico, difatti, ha un passato da steward allo stadio Maradona di Napoli. E ha replicato: “Caro Calenda, anche un “venditore di bibite” merita rispetto. La cultura dell’odio e del disprezzo che tu alimenti è classista e discriminante. Chi nella vita è stato meno fortunato di te, e ha fatto lavori umili, non può essere denigrato e messo ai margini della società. Quelle persone vanno aiutate e valorizzate. Quelle persone per me sono eroi. Dovresti solo vergognarti”.