Il carcere di Montorio, a Verona, è stato teatro di un altro suicidio. Un detenuto marocchino di 30 anni si è impiccato nella sua cella di isolamento. Si chiamava Oussama Saidiki e gli restavano solo 3 mesi di pena da scontare.
L’associazione Sbarre di Zucchero ha diffuso la notizia. Ha ricordato che poche ore prima era morto in ospedale un altro detenuto che si era impiccato a San Vittore, a Milano. Era in corso la diretta della Prima della Scala.
Oussama non era il primo a togliersi la vita nel carcere di Verona. Prima di lui, ci sono stati Farhady Mortaza e Giovanni Polin, il 10 e il 20 novembre. Tre storie diverse, ma con un punto in comune: il disagio psichico.
Oussama aveva già mostrato segni di sofferenza mentale. Aveva ingerito vetri ed aveva dato fuoco alla sua cella. Ieri pomeriggio era stato visitato dallo psichiatra, ma si era agitato e era diventato violento. Per questo era stato messo in isolamento, dove si era impiccato.
L’associazione Sbarre di Zucchero ha denunciato il silenzio dell’Istituto e del Garante dei detenuti. Ha chiesto delle risposte urgenti, senza voler disturbare la quiete del ponte dell’Immacolata.
Il caso di Oussama evidenzia il problema dei detenuti con problemi psichici nelle carceri ordinarie. Il portavoce di Sbarre di Zucchero ha criticato l’amministrazione carceraria per il suo silenzio insopportabile. La direzione del carcere ha risposto di aver segnalato più volte la mancanza di assistenza sanitaria per questi detenuti.
fonte:fanpage
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