Denise Pipitone, a “Storie italiane” l’ex procuratore Alberto Di Pisa: «L’ex fidanzato di Jessica Pulizzi e le firme false al lavoro…»

27 Maggio 2021 - 12:21

Denise Pipitone, a “Storie italiane” l’ex procuratore Alberto Di Pisa: «L’ex fidanzato di Jessica Pulizzi e le firme false al lavoro…»

Denise Pipitone, a “Storie italiane” l’ex procuratore Alberto Di Pisa: «L’ex fidanzato di Jessica Pulizzi e le firme false al lavoro…»

Sul caso della scomparsa di Denise Pipitone torna a parlare a “Storie Italiane”, condotto

da Eleonora Daniele, l’ex procuratore Alberto Di Pisa, che in passato si è occupato del rapimento

della bambina. Hanno fatto molto discutere le dichiarazioni dell’ex fidanzato di Jessica Pulizzi, che

in qualche modo ha smentito quanto raccontato 17 anni fa e l’assenza della Corona dal posto di lavoro.

Per Alberto di Pisa, quanto dichiarato dall’ex fidanzato di Jessica Pulizzi, che ha in praticamente smentito

a “Chi l’ha visto” la sua precedente deposizione, non avrebbe valenza: “Le dichiarazioni – ha spiegato a “Storie italiane

– lasciano il tempo che trovano, vanno in contraddizioni con alcune risultanze processuali come le intimidazioni a Jessica

Maggio o la minaccia di incendiare negozio proprietà sorella della Maggio. Fatti certi che smentiscono l’ultima versione del

fidanzato e invece confermano quanto dichiarato 17 anni fa”.

Anna Corona il giorno della scomparsa di Denise ha lasciato il posto di lavoro, ma le firme sul registro delle presenze

e degli orari di entrata e di uscita sarebbero state apposte dalla sua collega: “La vicenda della Anna Corona è chiara.

Intorno alle 12:00 riceve una telefonata, si allontana dal posto di lavoro e non rientra fino alle 15:30. Sia la firma che l’orario di uscita sono false. Alcune dipendenti, sentiti su questo punto, hanno confermata di non averla vista in quel lasso si tempo. Non abbiamo potuto accertare dove sia andata, però è singolare il fatto che l’orario più o meno coincida con quello della scomparsa della piccola Denise”.

Ultimamente una lettera anonima ha parlato di una macchina con a bordo Denise che viaggiava ad alta velocità per le strade del paese: “Le indagini allora hanno trovato ostacolo nell’omertà imperante a Mazzara. Un muro di gomma, nessuno aveva visto niente e questo è assurdo. Denise è stata rapita in una zona centrale, vicino a un mercatino, all’ora di punta. A parte la recente lettera anonima, che va verificata e lascia il tempo che trova, ancora oggi mi pare che l’omertà regni sovrana”.

La scomparsa di Denise Pipitone

Tutto ha inizio il primo settembre 2004, alle 11.40, quando Denise, quasi 4 anni, scompare davanti a casa della nonna materna, Francesca Randazzo, a Mazara del Vallo, mentre gioca con i cuginetti. Il padre, Toni Pipitone, 40enne, fa il muratore; la madre, Piera Maggio, di 35 anni, è casalinga. La coppia ha un altro figlio di 11 anni, Kevin. Il 25 ottobre 2004 gli inquirenti hanno già tracciato diverse piste investigative, tutte puntualmente scartate: da quella dei nomadi, al traffico di organi umani, da quella della pedofilia, fino ai seguaci delle messe nere. L’unica ipotesi rimasta ancora in piedi sarebbe quella legata a un movente privato.

Le indagini sui familiari di Denise

Il 5 maggio 2005 Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise, è indagata per concorso in sequestro di persona.

Il movente “gelosia e astio”. Denise sarebbe figlia naturale di Pietro Pulizzi, nata da una relazione extraconiugale

della madre Piera Maggio. Il 10 dicembre 2007 un pentito, Giuseppe D’Assoro, di 46 anni, confessa di aver tenuto

il corpo della piccola in un congelatore e di averlo buttato in mare. L’uomo in carcere per omicidio sostiene di aver

aiutato l’ex moglie a disfarsi del corpo della piccola. La donna che accusa è la zia della bambina Rosalba Pulizzi.

Anche questa è una pista che poi risulterà falsa.

La speranza del ritrovamento in Grecia

L’11 settembre 2008 una bambina viene fermata sull’isola di Kos in Grecia con una rom di origine albanese. La bimba parla molto bene l’italiano, vengono svolte alcune indagini ma il Dna non è quello della piccola Denise.

L’inchiesta sulla sorellastra: assolta

Il 15 maggio 2009 la Procura di Marsala indaga per concorso in sequestro di persona la sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi che il 18 gennaio 2010 viene rinviata a giudizio dal Gup per sequestro di persona. L’accusa si basa su una intercettazione ambientale. Negli uffici della polizia, dove attende di essere sentita, la giovane confida alla madre: ”Io a casa c’a purtai” (a casa gliela portai). Il 27 giugno 2013 Jessica, a 26 anni, viene assolta dal Tribunale di Marsala, la richiesta di condanna dei pm era di 15 anni di reclusione. Il 2 ottobre 2015 Jessica Pulizzi viene assolta anche dalla Corte d’Appello di Palermo e il 5 settembre si pronuncia anche la Cassazione per la quale si sarebbe solo qualche indizio ma nessuna prova del coinvolgimento nel sequestro.

Si indaga per omicidio

Il 6 dicembre 2014 la Procura di Marsala apre un’inchiesta per omicidio contro ignoti. La svolta arriva all’indomani della deposizione in aula di uno dei periti incaricati di trascrivere il contenuto delle intercettazioni ambientali. L’11 ottobre 2004, parlando con la sorella minore Alice in casa della madre Anna Corona, Jessica bisbiglierebbe: “Eramu n’casa a mamma l’ha uccisa a Denise” (Eravamo a casa, la mamma ha ucciso Denise), intimando ad Alice di mantenere segreta la notizia.

Riaperto il caso sulla scomparsa di Denise

L’11 ottobre 2017 la Procura di Marsala riapre il caso e dispone che tutte le impronte rilevate in vari luoghi e su diverse auto siano sottoposte a un esame per la ricerca del Dna.

L’ipotesi del ritrovamento in Russia

Il 31 marzo 2021 la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ mostra l’appello di una ragazza, Olesya Rostova, fatto alla televisione russa per cercare la madre. Racconta di essere stata rapita quando era piccola, di avere avuto 5 anni quando è stata ritrovata, tolta a una nomade e collocata in un orfanotrofio. La giovane vive a Mosca ed ha la stessa età di Denise e somiglia molto alla mamma Piera Maggio. Ma era tutta una falsa, dato che la ragazza russa era in cerca di popolarità.

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