Passi in avanti per ciò che riguarda il processo per l’omicidio di Giulia Tramontano, uccisa un anno e mezzo fa da Alessandro Impagnatiello.
In mattinata sono arrivati gli esiti della perizia psichiatrica svolta sull’assassino. “Non vi sono elementi per ritenere che al momento del fatto trovino applicazione i requisiti psichiatrici per ritenere un vizio di mente parziale o totale”, questo il risultato dell’esame. Pertanto, Alessandro Impagnatiello al momento dell’omicidio risultava perfettamente capace di intendere e di volere. La perizia è stata affidata allo psichiatra forense Pietro Ciliberti e al medico legale Gabriele Rocca.
Secondo i periti, infatti, Impagnatiello, prima di essere arrestato per l’omicidio “ha mantenuto relazioni interpersonali e coltivato interessi personali con soddisfazione, non ha avuto difficoltà particolari nell’intraprendere rapporti sentimentali ed è stato in grado di portare avanti legami affettivi e di svolgere la funzione genitoriale, anche da separato”.
Non è dello stesso avviso la difesa dell’uomo che ha sempre cercato di sostenere una qualche tipologia di infermità mentale dell’assistito. In particolare, per lo psichiatra di parte, Alessandro Impagnatiello soffrirebbe di “evidenti tratti di mascolinità patologica”, condito il con forti disturbi narcisistici e ossessivi.
Adesso il barman rischia l’ergastolo, con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione. In più, le indagini hanno rivelato che, in passato, Impagnatiello aveva già tentato di uccidere Giulia Tramontano e il bambino che portava in grembo, diluendo veleno per topi all’interno di alcune bevande.
Fonte: fanpage.it
