Dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre, quando è prevista la scadenza dello stato d’emergenza, il Green pass diventa quindi obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro e andrà a incidere direttamente sulla vita di 23 milioni
di italiani di cui 14 milioni e 700mila impiegati nel settore privato. Il Cdm ha dato il via libera all’unanimità al nuovo decreto legge per l’estensione del Green pass a tutti i luoghi di lavoro.
E’ “un decreto per continuare ad aprire il Paese”, ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi ai suoi ministri. “Vogliamo rendere ancora più forte la campagna di vaccinazione”, ha aggiunto il
ministro della Salute Roberto Speranza. Magistrati e dipendenti di Bankitalia, colf, badanti, elettricisti e idraulici, ministeriali e dipendenti dei consigli comunali, governatori e consiglieri regionali eletti alle elezioni,
volontari: Compresi deputati e senatori anche se, essendo Camera e Senato organi costituzionali, spetterà a loro decidere da quando e con quali modalità adeguare il proprio ordinamento in base al principio dell’autodichiarazione.
Il decreto, 9 articoli nell’ultima bozza, introduce innanzitutto l’obbligo per tutti i dipendenti pubblici: “personale delle amministrazioni pubbliche, delle Autorità amministrative indipendenti,
compresa la Consob e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, della Banca d’Italia, nonché degli enti pubblici economici e degli organi di rilievo costituzionale” nonché tutti i “titolari di cariche
elettive o di cariche istituzionali di vertice”. E anche a tutti quei soggetti che, “a qualsiasi titolo” svolgono la propria attività lavorativa in un’amministrazione pubblica, anche se con contratti esterni.
La norma vale anche per gli organi costituzionali – Presidenza della Repubblica, Camera, Senato, Corte Costituzionale – ma spetterà a loro definire in che modo applicarlo. Stesso discorso per il settore privato:
“chiunque svolge un’attività lavorativa” per accedere al luogo di lavoro è obbligato a “possedere ed esibire la certificazione”. Sia nel pubblico sia nel privato, non dovranno esibire il Green pass tutti
coloro che sono esentati dalla campagna vaccinale. Il Green pass dovranno averlo i magistrati ordinari, amministrativi, contabili, militari e onorari, gli avvocati e i procuratori dello Stato e i componenti delle commissioni tributarie.
La norma non varrà però per i legali: le disposizioni, dice il decreto, “non si applicano agli avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei all’amministrazione della giustizia, testimoni e parti del processo”.
Un avvocato potrà dunque andare in tribunale senza avere il certificato ma, ad esempio, dovrà mostrarlo per entrare in uno studio legale. Per non penalizzare ulteriormente chi non vorrà o non può vaccinarsi,
il decreto introduce i tamponi a prezzo calmierato per tutti nelle farmacie che hanno aderito al protocollo d’intesa: gratis per chi non si può vaccinare, 8 euro per i minori e 15 euro per tutti gli altri.
Nella bozza è prevista per le farmacie che non rispettano i prezzi una sanzione da mille a 10mila euro e il prefetto potrà disporre anche la chiusura dell’attività per 5 giorni. Per quanto riguarda i tamponi, con un
emendamento al decreto Green pass bis, è stata inoltre estesa la validità dell’esito dei molecolari a 72 ore mentre quella degli antigenici continuerà ad essere 48 ore. Il governo ha previsto che a verificare
se i lavoratori sono in possesso del Green pass, sia nel pubblico che nel privato, dovranno essere i datori di lavoro ai quali spetta inoltre il compito di definire, entro il 15 ottobre,
le “modalità operative per l’organizzazione delle verifiche”, che potranno essere anche a campione. Ci dovrà essere un responsabile incaricato degli accertamenti che, in via prioritaria, dovranno essere eseguiti al momento dell’accesso.
La validità del Green pass potrà essere verificata, nel privato, con la app “VerifiCa19” mentre nel pubblico il premier, su proposta dei ministri per la pubblica amministrazione e della salute, potrà
definire delle linee guida “per la omogenea definizione delle modalità organizzative”. Per chi non ha il pass sono previste una serie di sanzioni: scatterà innanzitutto la sospensione dello stipendio sin dal
primo giorno in cui non venga presentata la certificazione (sia nel pubblico sia nel privato). Nel pubblico chi non ha Green pass è ritenuto “assente ingiustificato” e dopo il quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso.
Nel privato invece il lavoratore è assente senza diritto alla retribuzione fino a presentazione del pass. Nessuna conseguenza disciplinare e niente licenziamenti, in ambo i casi.
Per i datori di lavoro che non effettuano i controlli sono previste inoltre sanzioni da 400 a mille euro, mentre dipendenti pubblici, privati e autonomi che verranno sorpresi in un luogo di lavoro senza il pass rischiano una sanzione da 600 a 1.500 euro.