Il governo di Giorgia Meloni ha varato nella notte tra lunedì 21 e martedì 22 novembre la sua prima legge di Bilancio. L’approvazione della manovra è arrivata dopo ore di discussione in Consiglio dei ministri, e settimane di annunci e smentite, e punta — secondo le intenzioni dell’esecutivo — a dare un segnale forte di «discontinuità» rispetto alle misure dei governi precedenti. La battaglia, ora, si sposterà in Parlamento: quelle che leggerete sono dunque misure ancora non in vigore (lo saranno solo dopo l’approvazione finale del Parlamento) e che dovranno quindi essere approvate dalle due Camere. I tempi sono strettissimi: il testo deve essere approvato e poi spedito a Bruxelles entro il 30 novembre; la Commissione Ue darà un parere; recepite le eventuali indicazioni della Ue, la legge dovrà essere approvata in via definitiva dal Parlamento entro il 31 dicembre.
Tra le misure più rilevanti figura l’abolizione del reddito di cittadinanza dal primo gennaio 2024. Il sostegno ai poveri sopravviverà al massimo per un anno e già nel corso del 2023 non verranno accettate più le domande. Con un provvedimento collegato alla manovra il governo dovrebbe definire il nuovo sistema. Dal 2024, al posto del Reddito, ci saranno due strumenti: uno per la lotta alla povertà, destinato a coloro che non possono lavorare; l’altro per le politiche attive, per le persone occupabili.
Fonte:Corriere della Sera