“Da 8 mesi mio fratello è in ospedale”, dopo un intervento di protesi dentaria in Albania

18 Novembre 2024 - 8:38

“Da 8 mesi mio fratello è in ospedale”, dopo un intervento di protesi dentaria in Albania

In una clinica a Tirana in Albania, dopo un intervento di protesi dentaria, per un web designer 37enne di Barletta, Simone Del Vecchio è cominciato

un calvario. Come racconta il fratello gemello Marco al Corriere del Mezzogiorno. “Ci andò con mia madre. Alle 14 di quel giorno si sottopose

all’intervento con l’asportazione di tutti i denti in una sola seduta e il contestuale inserimento degli impianti a entrambe le arcate. Venti denti estratti tutti insieme.

Gli somministrarono quattro anestesie gengivali e una blanda sedazione generale senza effettuare esami preventivi, oltre che antibiotici, antinfiammatori,

antidolorifici. Dopo il trattamento, durato dalle 14 alle 18, tornò in camera nella stessa clinica dove aveva subito l’intervento. Simone, però, non

riuscì neanche ad arrivarci nella stanza perché, dopo aver bevuto un sorso d’acqua, si sentì male, ebbe il primo arresto cardiaco al quale ne susseguirono altri tre”.

Sono passati otto mesi e da allora il 37enne sarebbe sempre stato ricoverato in ospedale. Stando al Corriere, “una pubblicità che prometteva grandi risultati a

prezzi competitivi” avrebbe inciso sulla scelta di recarsi a Tirana. Inoltre, spiega Marco, “nostra madre c’era stata due anni prima ed era andato tutto

abbastanza bene”. Rispondendo a una domanda su chi ha prestato le prime cure a Simone, Marco dice che “nell’immediatezza intervennero

i medici della clinica dentale. Poi, fu portato all’ospedale ‘Madre Teresa’ di Tirana. Lì, fu sottoposto a un intervento di cardiochirurgia con

l’applicazione di uno stent coronarico perché, dagli esami effettuati, era emersa anche una patologia congenita, ovvero una stenosi coronarica.

È stato per otto giorni in rianimazione a Tirana poi, il 21 marzo, con un’aeroambulanza lo abbiamo portato al Policlinico di Bari nel reparto di Rianimazione.

È stato in coma farmacologico più di un mese fino al primo maggio quando ha iniziato a dare alcuni segnali di ripresa. Ha ancora problemi di memoria

breve. A inizio giugno è stato trasferito nel reparto di Malattie infettive a causa di un’infezione batterica contagiosa, la candida auris, che ha ritardato ancora di

più la sua ripresa perché non ha potuto fare riabilitazione. Qui è rimasto fino al 27 settembre, giorno in cui abbiamo deciso di portarlo a San Giovanni Rotondo

(nella Casa Sollievo della Sofferenza, dove Simone si trova tuttora, ndr)”. Ora, il 37enne, prima della tragedia “un ragazzo vitale, con tanti amici, che amava

uscire e godersi la vita”, come lo descrive il fratello, “è allettato e defedato, ma vigile. È però a rischio soffocamento per via di una stenosi tracheale che non gli

consente di bere, mangiare e respirare bene. Per questo sarà sottoposto a breve a un altro intervento” .Fonte Tgcom24.