Dal Monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza, realizzato dal ministero della Salute, solo tredici Regioni e Province Autonome sono state
in grado di raggiungere la sufficienza in tutte le aree dell’assistenza sanitaria (prevenzione, assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera).
Quattro Regioni sono state bocciate in due aree e altrettante in una sola area. L’indagine evidenzia poi che, nel complesso, il servizio sanitario nazionale
migliora sul fronte dell’assistenza ospedaliera, ma arranca su quello della prevenzione e delle cure territoriali. Come anticipato da Il Sole 24 Ore,
le Regioni giudicate completamente adempienti sono Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia,
Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna. Sono invece quattro i territori che non hanno raggiunto la
sufficienza in due aree dell’assistenza: Valle D’Aosta (distrettuale e ospedaliera), Abruzzo, Calabria, Sicilia (prevenzione e distrettuale).
Altrettante le Regioni definite “sotto la soglia limite in una sola area”: Provincia Autonoma di Bolzano, Liguria e Molise (prevenzione), Basilicata (distrettuale).
Tra le Regioni completamente adempienti, i punteggi medi più alti sono stati registrati da Veneto, Toscana, Provincia di Trento, Emilia-Romagna e Piemonte.
In coda alla classifica la Calabria, preceduta da Valle d’Aosta, Sicilia Abruzzo e Basilicata. La prevenzione, dopo il crollo subito nel 2020 a causa della pandemia,
fatica a risollevare la testa. Mentre osservata speciale resta l’area delle cure territoriali: ci si aspettavano i primi effetti benefici della riforma
dell’assistenza territoriale, che tuttavia per il momento non sono ancora emersi dalla rilevazione. In generale il Monitoraggio ministeriale, che si riferisce a
dati del 2023, mostra che in tutto il Paese migliora l’area ospedaliera, con una sola Regione (la Valle d’Aosta) che non raggiunge il punteggio minimo. Fonte Tgcom24.