Crisi di governo: “Il re è nudo”. Matteo Renzi lancia pesantissime accuse

13 Gennaio 2021 - 22:01

Crisi di governo: “Il re è nudo”. Matteo Renzi lancia pesantissime accuse

La crisi di governo è aperta. Come vociferavano già i più furbi, Matteo Renzi, leader di Iv, ha sottratto la sua fiducia al governo. Nella conferenza stampa tenutasi alla Camera alle 18:30 circa, ha compiuto una scelta che non esita a definire coraggiosa.

Infatti, ha annunciato le dimissioni delle ministre Teresa Bellanova, Elena Bonetti e del sottosegretario Ivan Scalfarotto (qui la diretta della giornata politica), aprendo ufficialmente la crisi di governo. In tal modo, al governo Conte viene meno la maggioranza ed è costretto alla resa finale dei conti. Renzi dichiara teatralmente: “Il re è nudo”.

Ma i giochi non sono ancora finiti: è prevista una consultazione fra le parti, nel tentativo di riformulare un accordo. Insomma, Conte non si dà ancora per vinto. Ma ci siamo chiesti che cosa ha davvero spinto Matteo Renzi ad una decisione di tale portata? In molti hanno paventato ragioni di tipo personalistico, legate a un odio del tutto soggettivo fra le parti. Ma le dichiarazioni di Renzi attestano ben altro, recando sul piatto della bilancia problemi seri di natura politica.

I dubbi di Renzi

Il primo tasto su cui batte, con ossessione martellante, concerne la questione della “deriva autoritaria” del governo Conte. Denuncia il fatto che stia assumendo decisioni troppo spesso in autonomia, senza sapere realmente cosa fare oppure battendo avanti a colpi di dpcm. Metodologia che – lo ricordiamo – può essere adoperata in casi specifici, ma non può diventare una prassi costante, perché in tal modo l’organo parlamentare viene esautorato. Renzi afferma coerentemente che “proprio perché c’è la pandemia bisogna rispettare le regole democratiche”.

Il leader di Italia Viva ha ricordato, inoltre, che la forma conta tanto quanto la sostanza: bisogna parlare il linguaggio della chiarezza. Invece, nella modalità di gestione del Recovery, c’è ben poca chiarezza, a suo dire.

Un altro punto fondamentale toccato da Renzi consiste nella delega ai servizi segreti. Già tempo fa Renzi lo aveva rimproverato: “L’insistenza con cui non ti apri a un confronto di maggioranza sul ruolo dell’Autorità delegata è inspiegabile. “Tu non puoi lavorare con te stesso anche in questo settore”. Renzi si dice anche aperto a situazioni di confronto, ma avverte che la crisi non è stata innescata da Iv.

D’altra parte, afferma: “Non c’è solo un nome per Palazzo Chigi: chi dice o Tizio o voto lui sì che è responsabile, lui sì che personalizza”. L’importante è affrontare i problemi, non nasconderli o fingere che non ci siano: è un comportamento che il senso di responsabilità ci impone.

Una decisione difficile

Matteo Renzi difende a spada tratta la propria decisione: “Chi ha affrontato una situazione simile in politica, sa quanto sia difficile ritirarsi. Eppure, in certi casi è indispensabile”. Renzi si dichiara anche pronto ad andare in opposizione, dunque: sa che non si andrà alle elezioni. “In questo momento, in Parlamento non ci sono i numeri”. Ma ritiene che non sia più possibile mandare avanti un dialogo con chi non è disposto ai compromessi.

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