Covid e influenza, impennata di casi e pronto soccorso allo stremo

13 Dicembre 2022 - 7:51

Covid e influenza, impennata di casi e pronto soccorso allo stremo

Fabio De Iaco, il presidente della Società italiana di medicina di emergenza e urgenza (Simeu), lancia l’allarme. “I pronto soccorso sono allo stremo per colpa dell’ influenza e del Covid”.

“Ci sono criticità non più localizzate ma diffuse anche in Regioni considerate virtuose. Gli accessi si sono intensificati di circa il 50% rispetto a quanto vedevamo a

settembre”. La situazione, avverte, “non può che peggiorare nelle prossime settimane. Ci aspettiamo il picco durante le feste”.
“Le difficoltà – prosegue De Iaco –

non possono che peggiorare nelle prossime settimane. Ci aspettiamo il picco durante le feste, quando avremo più pazienti anziani ma anche più colleghi ammalati e quindi la

necessità di coprire più turni con lo stesso personale, già ora scarsissimo”. La situazione, precisa, “è drammatica un po’ ovunque non più localizzabile solo in Regioni come Lazio, Sardegna,

Piemonte, Campania, Lombardia, ma anche in Veneto, Emilia Romagna Toscana o Friuli Venezia Giulia”, spiega De Iaco. Per l’influenza, l’ondata è iniziata circa 3 settimane fa:

“Hanno cominciato ad arrivare in pronto soccorso prima i bambini, ma ora si sta alzando l’età, che aumenterà durante le feste, tradizionale momento di scambio di virus tra

generazioni”. Rispetto al normale andamento delle epidemie da virus influenzali, quest’anno siamo in anticipo di circa un mese. Vediamo numeri che pre-pandemia si

raggiungevano a meta’ gennaio”. Secondo Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale “c’è stata una rapidissima crescita

dell’incidenza di sindrome simil-influenzale, che nell’ultima settimana ha raggiunto i 16 casi per mille assistiti, il valore più alto degli ultimi 15 anni. Questo significa che ogni

settimana un medico di famiglia ha circa 100 assistiti che si ammalano, che si traduce in almeno 2-3 chiamate a settimana per ognuno a cui si aggiungono visite e tanta burocrazia.

Stiamo praticamente impazzendo”. “La crescita dei casi è stata rapidissima e non credo si sia già raggiunto picco”, aggiunge Scotti, secondo il quale l’attuale situazione

potrebbe perdurare “per settimane” e “si rischia anche di assistere a delle code di influenza tra marzo-aprile, perché i soggetti che hanno contratto l’influenza potrebbero avere una

immunità non così stabile e ammalarsi di nuovo a distanza di mesi”. Si tratta, peraltro, di un’influenza “molto aggressiva, con febbre che supera i 40 gradi e con una

forte componente respiratoria”, spiega il segretario nazionale della Fimmg. Sono oltre 3,5 milioni, finora, gli italiani finiti a letto per l’influenza, quasi un milione nell’ultima settimana.

Scotti evidenzia come vi siano importanti differenze in base all’età, che in qualche modo potrebbero riflettere un diverso ricorso alla vaccinazione. A questo si aggiunge

l’aumento della circolazione del Covid – che va ben oltre i numeri ufficiali certificati dalla positività al tampone. “Molti arrivano ai pronto soccorso con sintomi influenzali e scopriamo che è

Covid solo al momento del tampone. D’altronde, i sintomi oggi sono indistinguibili. E per i positivi abbiamo difficoltà a trovare spazi e personale per l’isolamento”- conclude Scotti.