Covid, dalla Cina agli Usa i timori per la nuova variante Gryphon

29 Dicembre 2022 - 8:31

Covid, dalla Cina agli Usa i timori per la nuova variante Gryphon

Secondo gli scienziati la responsabile dell’impennata dell’epidemia di Covid-19 in Cina è la sottovariante XBB.1.5 del virus SarsCoV2. Complice anche l’allentamento delle restrizioni.

Gryphon, la sottovariante in circolazione dall’ottobre scorso giocherebbe un ruolo importante nello spingere in alto contagi e ricoveri. Manca la certezza scientifica

e questo perché, come spesso capita, la Cina non fornisce dati alla comunità internazionale. Che a far impennare l’epidemia sia il virus che muta è perciò ancora un’ipotesi, ma gli esperti

la stanno considerando molto seriamente. In Cina “sta accadendo qualcosa di molto importante: il numero di decessi per Covid è incontrollabile e finora si è solo

accennato alla possibilità che circolino una o più nuove varianti”, osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università del Salento. I candidati non mancano, ma al momento

l’attenzione si concentra sulla XBB.1.5, che in Cina sta circolando da ottobre e che è il risultato della ricombinazione di altre due sottovarianti di Omicron: BA.2.1 e BA.2.1. “Sta circolando un

vero e proprio sciame di varianti, ma la XBB sta rapidamente sostituendo sottovarianti comuni, come BQ.1 e BQ.1.1”, dice ancora l’esperto. La stessa sottovariante si è diffusa in

tempi rapidi in almeno altri nove Paesi, sei dei quali europei. Osserva il genetista Massimo Zollo, coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge di Napoli, che “negli aeroporti sarebbero

necessari controlli non soltanto sui voli diretti in arrivo dalla Cina, ma su quelli indiretti” ed è anche “necessaria un’azione più attiva per la diffusione dei farmaci antivirali e continuare a

fare ricerca sulle varianti, per capire che cosa potrebbe accadere da oggi a due mesi”. Quanto alla Cina, le sequenze genetiche depositate nella banca internazionale Gisaid,

aggiornate al 22 dicembre, indicano che “stanno circolando soprattutto le sottovarianti BA.5.2 e BF.7 e che sono 81 le sequenze della sottovariante XBB depositate al 9 dicembre”, dice ancora

Zollo, che ha analizzato i dati con Angelo Boccia, del gruppo di Bioinformatica del Ceinge coordinato da Giovanni Paolella. Il fatto che siano state depositate solo 81 sequenze della

XBB, rileva, indica che è stata bloccata l’azione di sequenziamento delle varianti, o non è resa pubblica. Sono state rilevate anche mutazioni sulla proteina Spike, l’artiglio molecolare

che il virus usa per agganciarsi alle cellule umane, più quattro mutazioni sulla nucleoproteina N, che ha la funzione di proteggere il genoma virale, e cinque sull’enzima necessario

al virus per riprodurre il suo materiale genetico. “Questo significa – conclude Zollo – che il virus SarsCoV2 sta migliorando anche nella capacità di replicarsi”. A permettere alla XBB si

diffondersi velocemente sarebbe la mutazione chiamata F486P, che le permetterebbe di sfuggire agli anticorpi generati sia da infezioni da Omicron 5 sia dai vaccini e inoltre

rafforzerebbe il legame con il recettore Ace2 che si trova sulle cellule umane. Finte tgcom24.