Quei messaggi che scorrono nei sottopancia dei principali canali tv e che invitano i medici in pensione a ritornare in attività per dare una mano ai colleghi impegnati contro il Covid, Alfonso Durante non li ha mai visti. Prima perché stava dalla mattina alla sera sulle ambulanze e la televisione non aveva il tempo di vederla.
E dopo perché nel reparto Covid dove è finito il tempo lo passava a cercare di sopravvivere. E non c’è riuscito. Alfonso Durante non era un medico, ma dalla pensione era rientrato di corsa, pure se a 75 anni la fatica delle giornate in ambulanza pesa molto di più. Ma aveva fatto questo tutta la vita, infermiere di pronto soccorso nel 118.
Oggi le centrali operative assegnano gli interventi con un beep sul tablet, lui aveva iniziato quando si andava con la radio e la voce dall’altoparlante gracchiava pure. Migliaia di corse, migliaia di guanti indossati e sfilati. Migliaia di vite salvate. Poi era arrivato il momento di declinare tutto questo al passato.
La pensioneAlfonso aveva una famiglia che aveva ricominciato a godersi, e avrebbe potuto continuare a passare le giornate con i suoi cari. Ma non se l’è sentita. Non se l’è sentita di lasciare i vecchi colleghi senza di lui di fronte a tanta emergenza.
E soprattutto non se l’è sentita di restarsene in casa mentre là fuori c’erano persone che avrebbe potuto aiutare. Perché Alfonso, raccontano i familiari, ripeteva sempre che lui non lavorava né per la Asl né per l’ospedale.
Da lì arrivava lo stipendio, ma il suo lavoro, il suo impegno — lo diceva sempre — erano per gli ammalati. Per le persone alle quali poteva essere utile. E se adesso lo stipendio era stato sostituito dal bonifico dell’Inps, la spinta a rendersi utile non era affatto andata in pensione.
Il rientroCosì in piena emergenza Covid Alfonso ha fatto un paio di telefonate e si è messo a disposizione. Cambiando il colore della divisa, non più l’arancione del 118 ma il giallo e celeste della coop Misericordia, ma ricominciando tutto come prima: le corse dove c’era una chiamata, le manovre salvavita, l’ossigeno, la stabilizzazione del paziente, mentre il collega al volante sfrecciava verso l’ospedale.
Solo che adesso il nemico da affrontare era il Covid, e Alfonso, che non si è mai tirato indietro, tornando sulle ambulanze al Covid si è avvicinato troppo. E ne è rimasto contagiato. L’altro giorno è stata l’associazione di operatori del 118 «Nessuno tocchi Ippocrate» a diffondere, sulla propria pagina Facebook, la notizia che Alfonso, ricoverato nel frattempo in terapia intensiva al Cotugno, non ce l’ha fatta.
«Oggi ci lascia Alfonso Durante! Il vero ero di questa pandemia con la sua missione portata a termine fino al suo ultimo respiro». Il dottor Manuel Ruggiero — che di «Nessuno tocchi Ippocrate» è il fondatore — lo ricorda così: «Alfonso ha vissuto la sua vita sempre in prima linea, e ora, da grande professionista quale era, si era lanciato di nuovo tra le fiamme per salvare altre vite umane». Sulla morte di Alfonso è intervenuto anche il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, che ha proposto per l’infermiere l’assegnazione alla memoria della medaglia d’oro al valor civile.
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