Reggio Calabria, 30 agosto – Ennesimo dramma che colpisce le forze dell’ordine a poche settimane da quello che colpi la marina miliare. Oggi la Guardia di finanza
piange un suo ufficiale, uccisosi con l’arma d’ordinanza in servizio presso il Comando provinciale di Reggio Calabria. Dalle prime indagini tutto farebbe
propendere per un gesto volontario. Un allarme sollevato già da diversi anni dalle crimonologhe Antonella Cortese e Francesca Beneduce–
rispettivamente Presidente Aispis (Accademia Italiana delle Scienze di polizia investigativa e Scientifica) e Osservatorio Nazionale per i diritti e la
salute dei militari e delle forze dell’ordine-attraverso il coinvolgimento delle Massime autorità Istituzionali hanno per prime acceso un faro su una tra le
problematiche più nebulose che sta interessando il comparto sicurezza e difesa. “stress da lavoro correlato, allontanamento dalla famiglia, difficoltà
di ricongiungimenti familiari, turni massacranti, molte responsabilità e poche tutele. Queste sono solo alcune delle problematiche che potrebbero spingere al
desiderio di farla finita” – dichiarano le dottoresse che stanno studiando il fenomeno. “Tra pochi giorni saranno riattivati i canali di supporto a disposizione del personale che se ne vorrà
avvalere a titolo totalmente gratuito” – concludono Beneduce e Cortese.