Dopo circa settanta giorni tra lockdown e l’inizio delle ‘fase 2’, il Governo Conte approva il Decreto Rilancio, con cui dà il via alla cosiddetta ripresa, dopo l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. Interventi per 55 miliardi, 256 articoli e 464 pagine. Una massiccia iniezione di liquidità, per dare risposte a tanti. Alle famiglie, ai lavoratori, alle imprese, ma anche alla sanità, al mondo del turismo e della cultura, a quello dello sport. Retenews24 ne ha parlato con la senatrice del Pd, Valeria Valente. Ma non solo economia, sviluppo e ripresa. La Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, ha tenuto a dire la sua anche su un altro tema di strettissima attualità: la scarcerazione dei boss, le polemiche nate dal provvedimento, il cortocircuito tra Dap e Ministero della Giustizia, la mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che arriverà nell’Aula del Senato il 20 maggio.
La ‘Fase 2’ è iniziata di fatto con la presentazione del ‘Dl Rilancio’, illustrato dal premier Conte, nel corso di una conferenza stampa. Lei senatrice Valente, come giudica questo decreto che di fatto mette in circolo tantissima liquidità per la ripresa del nostro Paese?
“Un’iniezione di liquidità che non ha precedenti nella storia repubblicana e che probabilmente, per decine di anni avvenire, non vedremo. Quindi credo che, innanzitutto alla classe dirigente, spetti il compito di utilizzare al meglio questa opportunità. Anche perchè, ricordiamolo, non sono risorse che abbiamo vinto al monopoli, ma che abbiamo chiesto all’Europa, quindi sono soldi che dovremmo restituire. Quindi direi, che per davvero, quando è importante e ingente questa massa di liquidità e le scelte devono essere quelle indovinate”
“Abbiamo provato ovviamente, come avevamo detto sin dalle prime battute, a non lasciare nessuno indietro, cittadini e imprese. E’ stato giusto differenziare gli interventi. Ci sono imprese che torneranno a immettere sul mercato, prodotti e servizi, probabilmente con un decremento del proprio fatturato, ma un decremento modesto, nei prossimi mesi. Ci sono imprese che, addirittura, nella fase di emergenza, hanno addirittura, venduto di più. Pensiamo a tutta la catena agroalimentare o farmaceutica. Ci sono invece intere filiere produttive, come il turismo, lo spettacolo, la cultura, che dovranno aspettare moltissimo tempo, per vedere la ripresa. Dunque i soldi alle imprese sono stati pensati utilmente con questa logica. Intanto cercare interventi di settore: penso ai 500 euro alle famiglie per rinverdire il settore turismo e chiedere agli italiani ‘andate in vacanza’, vi aiutiamo a sostenere una spesa che oggi probabilmente non potreste sostenere, ma lo facciamo dandovi un contributo e pensando così di aiutare gli italiani che hanno il diritto di andare in vacanza dopo un periodo complicato. Ma anche le imprese che torneranno ad avere posti letto occupati”.
“E così abbiamo pensato di sostenere anche i singoli cittadini. Lo voglio dire: qui si sono certamente scontati ritardi e negarlo sarebbe ipocrita. E l’Italia purtroppo continua ad essere un Paese drammaticamente burocratizzato e la burocrazia rischia di essere un freno amano tirato sullo sviluppo e sulla crescita e credo che sotto questo punto di vista, la Fase 2 debba caratterizzarsi su semplificazione, sburocratizzazione e fiducia. Una battaglia che noi del Partito democratico, porteremo avanti con convinzione. Fiducia negli italiani che hanno dimostrato di essere all’altezza, in una fase delicata e difficile. Ricordiamo che abbiamo chiesto sacrifici non irrilevanti, ma seri e difficili da sostenere. Dunque gli italiani meritano fiducia e noi dobbiamo credere nella loro correttezza, dare delle indicazioni, ma investire su di loro e sulle loro risorse”.
“Quindi bene tutte le misure, dalla cassa integrazione, che dovrà essere aumentata e sostenuta per le prossime settimane, bene i bonus per gli autonomi, che aumentano e che vedono riconosciuta un’intera categoria, di soggetti che altrimenti rischierebbero di essere emarginati. Penso alle partite iva e a quella filiera che farà fatica a rimettersi in sesto. Ma dico benissimo agli aiuti e sostegni alle famiglie. Ricordiamo tutto il tema delle donne, che rischiano di perdere di più il lavoro. Lavorano in settori, che sono quelli più in crisi, comunicazione, commercio e turismo e che riusciranno con più fatica a conciliare o a rendere compatibile un lavoro da casa con il lavoro domestico. A tal riguardo abbiamo presentato una mozione che da delle chiare indicazioni: tutta la promozione dello smart working è assolutamente indispensabile, ma è assolutamente necessario, prevedere una regolamentazione di questo sistema, il diritto alla disconnessione, investimenti sul digital devais, interventi che devono mettere tutti nella condizione di giocare la partita della ripartenza, a pari condizioni”.
“E poi un pensiero speciale, da mamma e da donna, lo dedico ai bambini. Dobbiamo pensare ai nostri figli, ai nostri bambini. Certo le lezioni a distanza sono state una scommessa per tutti, difficile che ha visto una classe di insegnanti, dirigenti scolastici, che si è messa in gioco ed è riuscita a dare risposte importanti. Un grazie veramente lo dovremmo rivolgere a tutti loro. Ma pensare di poter utilizzare lo strumento dell’insegnamento a distanza, per un lungo periodo, sarebbe veramente mortificare le intelligenze dei nostri ragazzi e sopratutto chiedergli un sacrificio davvero troppo grande. Quindi dobbiamo ripensare agli spazi. Quindi bene gli interventi per le imprese e per le scuole e per sostenere la riorganizzazione degli spazi. Questo credo, sia un nuovo modello di sviluppo, dei tempi e degli spazi delle nostre città”.
Un altro tema di strettissima attualità è stato la scarcerazione di molti mafiosi. Una decisione diventata ‘cavallo di battaglia’ di Lega e di Fratelli d’Italia, che ha portato alle dimissioni del capo del Dap Basentini. Una scelta che di fatto mtte il ministro della giustizia ‘sotto processo’, tanto da essere oggetto di una mozione di sfiducia. Lei senatrice Valente, come giudica l’operato del ministro Bonafede?
“Intanto distinguiamo i campi. Mettiamo da parte, la speculazione politica di cui non avverte il bisogno in questa fase, in tutta sincerità. Abbiamo bisogno di far funzionare il sistema della giustizia e – lo dico da avvocato – credo che sia un tema sentito anche dai cittadini che meritano di ricevere risposte e lo meritano anche le nostre imprese. Quindi la vera priorità deve essere rimettere in moto il ‘sistema giustizia’ che doveva essere ripartito e che oggi sconta ancora tante difficoltà. Quindi l’ultima cosa che mi verrebbe in mente è mettere ‘sotto processo’ un ministro, chiedendo la sua sfiducia in questa fase. Se pure io, anche da componente di questa maggioranza, non ho mai lesinato critiche a Bonafede, continuando a dire che mi lasciano perplesse alcune sue scelte. Penso una su tutte, quella sua prescrizione, una scelta assolutamente infelice, espressione di una cultura che assolutamente non condivido. Ma credo che questo non sia il momento per metterlo in discussione, sopratutto se questa polemica politica, intreccia tutta la discussione lanciata a un componente del Csm, in una trasmissione televisiva, con accuse gravissime per il tono e le modalità con cui sono state rese, lontane da quello che io penso debba essere lo stile e il carattere istituzionale e credo che innescare su quelle dinamiche, una messa in discussione dell’ operato del ministro, significa veramente mischiare i piani. Dispiace la strumentalizzazione politica, l’unico interesse primario di alcune forze, che si definiscono ‘garantiste’. Quindi mettere sotto processo un ministro, per millantati sospetti o accuse gravissime dette con tanta libertà, che proprio non è pensabile, credo che sia quanto di più sbagliato”.
“Ma vediamo alle scarcerazioni. Si tratta di – è giusto chiarirlo – passaggi da detenzione in carcere, a detenzione domiciliare. Valgono per alcune misure cautelari, quanto per misure definitive si esecuzione della pena. Intanto se dobbiamo parlare del 41 bis, si tratta di 4-5 persone. Ma credo comunque che sia stato un errore, che proprio loro siano a casa loro. Questo sicuramente non è accettabile, per il senso comune e per nessuno. Però cerchiamo di restiamo al merito delle questioni: questo caso va bilanciato con il diritto alla salute di chiunque, anche di un mafioso. La Costituzione italiana, all’art.27 stabilisce la funzione della pena che è ‘rieducativa’ e deve sempre salvaguardare la dignità umana. Io credo che ciò oggi nelle nostre carceri non accada. Per questo credo che questo sia un problema, sopratutto se noi non costruiamo le condizioni per garantire la tutela della salute. E allora se ci sono soggetti che hanno bisogno di cure particolari, noi dobbiamo creare le condizioni affinchè, questi soggetti le abbiano in regime di sicurezza, innanzitutto negli istituti penitenziari, ma anche negli ospedali più vicini. Il problema è stato amplificato perchè l’emergenza covid, sostanzialmente si è intrecciata al tema delle scarse strutture e dell’incapacità di rispondere. Questo ha fatto si, che dovendo bilanciare l’attualità della pericolosità sociale e i collegamenti con la mafia e il tema del diritto alla salute, i giudici di sorveglianza hanno chiesto i pareri necessari e lì – dobbiamo riconoscerlo – c’è stato un vulnus. Sopratutto da parte del Dap e del Ministero della Giustizia, perchè alcune informazioni non sono arrivate in tempo utile. Io credo che si questo si debba chiedere conto al ministro. Altro è presentare una mozione di sfiducia”.