“Questa estate andremo al mare, stiamo lavoriamo per far sì che possa essere così”. Lo ha assicurato la sottosegretaria ai Beni culturali, Lorenza Bonaccorsi. Ma la cautela è d’obbligo, visto che la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen è stata sin troppo chiara: “Per luglio e agosto attualmente nessuno può fare previsioni affidabili”.
L’emergenza coronavirus sarà almeno parzialmente alle spalle nell’estate 2020? Andremo al mare nei mesi estivi? Queste sono le domande che si pongono molti italiani, visto che la stagione estiva è ormai alle porte. Ma il tema non è solo ricreativo: in ballo ci sono anche centinaia di migliaia di posti di lavoro.
“Questa estate andremo al mare, stiamo lavoriamo per far sì che possa essere così”. Lo ha assicurato, parlando a RaiNews24, la sottosegretaria ai Beni culturali, Lorenza Bonaccorsi. “Ci stiamo lavorando – ha spiegato – dal punto di vista degli atti amministrativi necessari per gli stabilimenti, immaginando una serie di normative prese con il comitato tecnico scientifico, che contemplano l’ipotesi di un distanziamento”.
Molto meno possibilisti gli esperti. “Pensare di programmare vacanze al mare quest’estate al momento è una possibilità da dimenticare”, dice senza mezzi termini Mario Schiavina, già direttore dell’Unità operative di Pneumologia e Terapia intensiva respiratoria del Policlino Sant’Orsola di Bologna. “Questo virus ha una contagiosità eccezionale. Anche quando ci saranno zero positivi e zero morti occorrerà sempre un grandissimo controllo perché tutto può ancora essere sotto traccia ed esplodere alla prima sciocchezza, come assembramenti o avvicinamenti di persone”.
Il sindacato balneari di Confcommercio chiede chiarezza: “Serve un’ordinanza nazionale del ministero della Salute che stabilisca modalità uniche per gli stabilimenti di tutto il territorio, concordate con le organizzazioni di categoria”. Sarebbe in ogni caso una spiaggia da vivere in maniera differente: dimentichiamoci i teli mare uno accanto all’altro, gli assembramenti sulla battigia. Dovrebbe ad esempio esserci un maggiore distanziamento degli ombrelloni, una continua sanificazione delle attrezzature e anche una certificazione medica. Ma siamo alla pura teoria.
Tre metri di distanza tra un ombrellone e l’altro e poi barriere di plexiglass. Non solo: accessi scaglionati e igienizzazione tecnologica dei locali comuni. Ecco come potrebbero essere le nostre vacanze al mare quest’estate. Almeno a giudicare dai primi progetti a cui stanno lavorando le associazioni dei balneari. Già progettate da alcune aziende che si sono messe a disposizione delle categorie del turismo proponendo le stesse barriere che vengono installate nei supermercati a protezione delle casse. Non solo ombrelloni e sdraio isolati dal plexiglass.
Per gli operatori turistici è facile prevedere una marea di prescrizioni per ciò che concerne l’igiene: dall’accesso scaglionato alla spiaggia, all’installazione di dispensare d’igienizzante nei bagni, al bar, negli ex spazi comuni, alle docce. Senza dimenticare la necessità delle mascherine per stare all’aria aperta, la possibilità di scaglionare gli accessi in base alla fascia d’eta e la prenotazione obbligatoria prima dell’accesso agli stabilimenti balneari.
Intanto ci sono Regioni che non vogliono perdere tempo. “La Toscana, in piena sintonia con le altre Regioni, chiede al ministero della Sanità di emanare una nuova ordinanza per estendere a tutte le coste italiane la possibilità di accesso agli stabilimenti balneari per manutenzione e opere propedeutiche alla riapertura”.
Questo l’appello rivolto al governo, e in particolar modo al ministro della Salute, Roberto Speranza, dall’assessore alle attività produttive e al turismo della Regione Toscana, Stefano Ciuoffo. Gli stabilimenti balneari vogliono farsi trovare pronti, e anche nel caso la stagione estiva sarà più breve degli altri anni, anzi, ancora di più per questo motivo, l’obiettivo degli imprenditori del settore è quello di non perdere neanche mezza giornata di lavoro quando e se arriverà l’ok alla riapertura. Ma programmare vacanze al mare in questo momento è l’ultimo dei pensieri di tutti gli italiani. Gli scienziati predicano cautela.
Il settore traballa, quindi si inizia a parlare di attivazione dello ‘Stato di crisi’ nel comparto turismo per consentire l’equiparazione e il riconoscimento formale, da parte dello Stato, della Pandemia da Covid 19 alle calamità naturali. Si tratta della prima di un pacchetto di proposte urgenti che la Commissione speciale turismo e Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni e Province autonome, coordinata dall’assessore al Turismo della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, ha inviato al ministro delle Attività e dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini.