L’acqua delle piscine neutralizza il coronavirus! Importanti e incredibili novità ci arrivano dal Regno Unito. Attraverso gli studi condotti dagli scienziati dell’Imperial College di Londra si è arrivati a conclusioni sconcertanti e del tutto inaspettate. Le ricerche hanno portato ad una deduzione importantissima: Il cloro nell’acqua delle piscine riesce a fermare le particelle del virus “Sars ‘19” neutralizzandole e rendendole praticamente nulle. In un primo momento, da parte della comunità scientifica c’è stata una grande diffidenza verso questi risultati, qualificando queste conclusioni come bufale o addirittura” fake news”. Ma una volta che ci si è trovati davanti a studi autorevoli condotti da un team scelto di scienziati dell’Imperial College di Londra, una delle massime istituzioni mediche della Gran Bretagna, ci si è dovuti ricredere. I successi ottenuti hanno aperto scenari positivi affinché Il Regno Unito e di conseguenza il mondo intero possa trascorrere un’estate finalmente tranquilla dopo un anno e mezzo di pandemia.
I tempi e i modi per le riaperture delle piscine
Ormai la stagione balneare è alle porte. Ma il governo italiano continua nella sua linea di rigore con decreti-legge in cui si è stabilito che le piscine saranno le ultime attività a riaprire. Questo ha determinato malcontento e proteste da parte dei gestori che spingono affinché si possa aprire quanto prima. A suffragio della loro tesi vi sono le ormai più favorevoli condizioni climatiche rispetto a pochi mesi fa e il progressivo miglioramento della situazione contagi. Ora infatti sono in atto variazioni profonde grazie alle quali stiamo uscendo gradualmente dalla pandemia. Ogni giorno si registrano sempre più persone che aderiscono alla campagna vaccinale con conseguenti riaperture dei vari settori a seguito del calo dei contagi. Non dobbiamo trascurare l’avvento ormai prossimo dell’estate con il conseguente probabile indebolimento del virus. Ma c’è una differenza essenziale tra l’anno scorso e l’estate del 2021. Gli scienziati affermano infatti che nel 2020 il tasso di contagiosità era pari al 5% ma quest’anno potrebbe aggirarsi tra l’ 1% e il 2% per la massiccia opera di vaccinazione che sta avvenendo con successo nel Bel Paese. Inoltre gli esperti sperano che entro agosto possa essere vaccinata almeno la metà della popolazione italiana di modo che in vista dell’autunno non si vada incontro a brutte sorprese.
I risultati delle ricerche effettuate
Ma torniamo all’argomento che ci interessa, ossia l’apertura delle piscine. Sappiamo che c’è già una data e questa è fissata al 1° luglio, ma i gestori vogliono che queste riaperture avvengano prima in virtù degli studi condotti in Inghilterra. Queste ricerche hanno portato a decisioni significative ed importanti con prove empiriche in cui si attesta che le particelle del coronavirus vengono completamente distrutte dal cloro presente nelle piscine. Questa distruzione avviene in tempi piuttosto rapidi, ossia 30 secondi. Ma cerchiamo di scendere nello specifico, cercando di chiarire la natura delle indagini effettuate. Il mondo scientifico, in un primo momento, ha bollato queste scoperte come”fandonie”,”millanterie”,”fake news” su cui non fare affidamento . Ma ci si è dovuti ricredere. Una delle indagini più significative è stata infatti commissionata da Swim England e la Royal LIfe Saving Society UK e ha coinvolto gli scienziati dell’Imperial College di Londra. I ricercatori sono stati guidati da due luminari che sono i professori Jonathan Brown e Wendy Barclay, docenti presso il dipartimento delle malattie infettive di Londra. Ebbene, questi ricercatori hanno condotto esperimenti segretissimi per suffragare la loro tesi. Infatti queste prove sono state condotte nei laboratori chimici di massima sicurezza nel Regno Unito e sono stati tenuti nascosti per evitare una fuga probabile di notizie. A seguito a tutti questi “tentativi biologici” si è mostrato e stabilito che il patogeno pandemico del virus SARS 19 viene distrutto in meno di 30 secondi se viene a contatto con l’acqua delle piscine opportunamente clorata. Dunque attraverso questa ricerche si afferma che il cloro è l’elemento in natura che riesce ad annullare e a distruggere gli agenti patogeni pandemici. Bisogna chiarire che per provocare la distruzione delle particelle del coronavirus occorrono determinate quantità di cloro. Infatti si è stabilito che per avere un’efficacia distruttiva l’acqua delle piscine deve contenere una concentrazione di cloro pari a 1,5 mg per litro d’acqua con un PH che deve essere compreso tra 7 e 7,2.
Le dichiarazioni di Barclay
Importanti sono stati le dichiarazioni della dottoressa Barclay, che con un certo moto d’orgoglio ha difeso la bontà delle sue ricerche suffragate dai risultati. La dottoressa ha affermato che in condizioni di sicurezza estrema ,in cui agli scienziati coinvolti non era permesso di uscire dai laboratori biochimici ,i luminari sono stati in grado di misurare la capacità del virus di infettare attraverso l’acqua, con esami dagli esiti imprevisti. Mescolando il virus con l’acqua delle piscine opportunamente arricchita con il cloro nelle quantità prima menzionate si è determinato che gli agenti patogeni del virus sono incapaci di sopravvivere e dunque l’acqua non era più infettiva. Cosi sono scaturite molteplici deduzioni ma la conclusione più importante e interessante è data dal fatto che il contagio all’interno dell’acqua delle piscine sia stata fortemente esclusa per la capacità del cloro di neutralizzare il virus pandemico in circa 30 secondi. Ricordiamo che questi risultati sono stati resi pubblici sul database BIORXIV e sono in attesa di pubblicazione da parte di un qualsiasi giornale di natura scientifica.
Risultati grazie ai quali si guarda con ottimismo al futuro
C’è da dire che gli scienziati del Regno unito non sono soli nelle loro conclusioni. Ai risultati di questi studi ed esperimenti si aggiungono le dichiarazioni del professore Guido Rasi, consulenze del commissario per l’emergenza coronavirus, il generale Francesco Figliuolo. Il Rasi ha dichiarato che oltre alle ricerche che ci arrivano dalle terre di Albione, ci sono esperimenti compiuti in Norvegia in cui è stato confermato che il virus, a contatto con l’acqua opportunamente clorata, non resiste più di 30 secondi e che quindi questi effetti sono supportati da una base scientifica attendibile. Non ci rimane che guardare con ottimismo alla prossima stagione estiva, con la speranza che un “buon bagno ristoratore” possa consentire a noi tutti di metterci alle spalle le tribolazioni dovute a un anno di restrizioni per la pandemia.