L’emergenza sanitaria diventa anche una crisi finanziaria. Le Borse affondano e lo Spread schizza alle stelle. La crisi sanitaria causata dalla diffusione del coronavirus è diventata ormai anche una conclamata crisi finanziaria, col il tracollo dei principali listini internazionali. A pagare dazio sono stati soprattutto i mercati europei e le imprese, con il ‘Vecchio continente’ catalogato dall’Organizzazione mondiale della sanità il focolaio principale della pandemia.
L’Italia vanta il record di contagiati e di morti in Europa, e non è un caso che Piazza Affari sia stata la peggiore tra i principali listini europei, con le nubi sull’orizzonte dell’economia nazionale che si anneriscono sempre di più se l’emergenza dovesse protrarsi nel tempo.
Le Camere di commercio italiane sono pronte a fare la loro parte per sostenere imprese e territori. L’Unioncamere ha appena costituito una “task force” composta da presidenti di Camere di commercio di diverse aree del Paese che dovrà monitorare la situazione, individuare le misure più idonee e, al più presto, mettere in campo le azioni più urgenti per sostenere le imprese dei settori più colpiti.
Retenews24 ha intervistato Ciro Fiola, Presidente della Camera di Commercio e presidente di Unioncamere Campania. La guida dell’Ente camerale, ha tenuto sottolineare la “vicinanza e il ringraziamento alle 340 mila imprese che stanno affrontando questa dura prova con senso di responsabilità e dignità”. E tal riguardo, ha annunciato che “la Camera di commercio sta già predisponendo tutte le misure utili per rilanciare l’economia, previa autorizzazione del Ministero, appena questa esperienza sarà alle spalle”.
– Presidente Fiola, una riduzione del valore aggiunto dell’Italia di quasi 19 miliardi di euro su base annua, pari al -1,2% rispetto al 2019. E’ questa la stima degli effetti sull’economia dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, in uno scenario nel quale la situazione attuale dovesse protrarsi fino alla fine del mese di aprile. Le Camere di Commercio, che provvedimenti intendono prendere per arginare questo scenario di profonda crisi economica?
Premesso che per legge, i patrimoni delle camere di commercio sono bloccati dalla Banca d’Italia, nelle ultime ore abbiamo avuto l’ok dal nazionale che in accordo col Ministero, ci ha offerto l’opportunità di intervenire fattivamente per la crisi coronavirus. Io personalmente ho proposto il blocco dei protesti di tutte le imprese, indebitate verso i fornitori, per almeno 90 giorni. Dopo questo lasso di tempo, considerato che Mediocredito centrale, garantisce l’80% sui prestiti, noi possiamo garantire l’altro 20%, permettendo alle banche che erogano i soldi di essere garantite al 100% del valore. Inoltre stiamo valutando che gli interessi maturati siano a carico delle CCIAA. Un provvedimento serio, che permetterà alle aziende di avere soldi in prestito, di poterli scontare in due anni senza interessi e con la garanzia totale.
– Il Governo italiano ha approvato il maxi decreto anti-coronavirus denominato “Cura Italia”, che di fatto mette in campo subito tutti i 25 miliardi di euro per fare fronte, sia dal punto di vista sanitario che economico, alle ripercussioni della pandemia del Covid-19 su imprese e famiglie. Lei come giudica questo decreto, che dovrebbe rappresentare una boccata di ossigeno per le imprese?
Non possiamo fare altro che lamentarne e denunciarne l’assoluta insufficienza. Non si comprende come il Governo possa non aver valuto l’impossibilità per le imprese, in particolare le piccole, la cui attività è totalmente paralizzata, di far fronte alle obbligazioni tributarie e contributive, a meno di non venir meno a quelle retributive coni propri fornitori. Per non parlare dell’assoluta inutilità del contributo davvero risibile, previsto in favore dei lavoratori autonomi,iscritti a gestioni separate. Per questi motivi, ma non solo, chiediamo al Governo di intervenire e aumentare le dotazioni finanziarie, di estendere le scadenze dei versamenti nei confronti della pubblica amministrazione, di consentire la riapertura dei cantieri afferenti le opere pubbliche. Ci auguriamo che il Governo comprenda il grido di dolore” delle imprese ed assuma iniziative, per evitare la desertificazione del sistema produttivo.
– Anche l’Europa fa la sua parte. la Banca Centrale Europe ricarica il bazooka: nuovo QE da 750 miliardi, di titoli pubblici e privati da acquistare entro la fine dell’anno. La numero uno dell’Eurotower, Christine Lagarde, corre ai ripari, dopo che giovedì scorso, le sue parole delerano pesate come ‘macigni’ sull’Eurozona e soprattutto sulla Borsa Italiana. Presidente Fiola, crede che tale programma sia una giusta iniezione di liquidità e fiducia?
I 750 miliardi devono essere dati agli Stati per scontare i propri debiti. Perchè, quando si esaurirà l’effetto del “quantitative easing”, gli Stati dovranno pagare ed io personalmente non credo che nei prossimi sette-otto mesi, gli Stati saranno in grado di far rientrare, ciò che oggi acquista l’Europa. Ci deve essere un’azione mirata: aumentare la dotazione a mille miliardi, stabilendo quali sono i Paesi che sono stati colpiti maggiormente dal coronavirus, permettendo così maggiori investimenti. Se invece si sceglie la strada dell’ulteriore indebitamento, ci ritroveremo tra qualche mese, nell’impossibilità del mancato rientro, visto che la crisi economica, la toccheremo con mano solo dopo che si sarà esaurita l’emergenza sanitaria. Dunque l’Europa si impegni a garantire “una tantum” agli Stati per poter far fronte alla crisi, con un maggiore gettito di liquidità.
– Infine anche le Regioni, già impegnatissime per arginare l’emergenza sanitaria, che ad oggi vuole oltre 33mila contagiati effettivi, adottare misure per favorire l’economia locale. In Campania, ad esempio, il governatore Vincenzo De Luca, con propria ordinanza, ha sospeso il pagamento di tasse e tributi fino al prossimo 31 maggio. Lei Presidente Fiola, da massimo rappresentante delle imprese napoletane e campane, come giudica questa misura?
Il Presidente De Luca bene ha fatto a sospendere tutti pagamenti, sperando però che tale misura possa realmente concretizzarsi, visto i tanti problemi che hanno le amministrazioni. Speriamo però che la sospensione possa tramutarsi in annullamento delle tasse e dei tributi, favorendo le famiglie e le imprese e permettere a tutti, di avere una boccata di ossigeno in questo momento drammatico per la nostra comunità.