«Coronavirus, con sindrome di Down la mortalità aumenta di 10 volte»

29 Settembre 2020 - 12:34

«Coronavirus, con sindrome di Down la mortalità aumenta di 10 volte»

Per i ricercatori dell’Iss «nelle persone con sindrome di Down la mortalità causata dal virus aumenta di 10 volte rispetto a quella della popolazione generale. Perché le persone con sindrome di Down sarebbero più suscettibili all’infezione, e quindi sono prioritarie per vaccino».

A questa conclusione sono giunti i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Università Cattolica di Roma con uno studio pubblicato sull’American Journal of Medical Genetics.

I ricercatori hanno analizzato 3.438 grafici, elaborati dallo stesso Iss dal 22 febbraio 2020 all’11 giugno 2020, identificando 16 decessi in persone con la sindrome, più giovani rispetto a quelle senza decedute con Covid-19 (52 contro 78 anni) e con un rischio maggiore di complicanze non respiratorie come sepsi (31% vs. 13%).

«La prevalenza di persone con Sindrome di Down nel nostro campione è stata dello 0,5%. Questo porta ad una stima di 100-130 individui deceduti con Covid in Italia fino all’11 giugno scorso.

La prevalenza di sindrome di Down nella popolazione generale italiana è circa lo 0,05%, suggerendo che la mortalità in questa popolazione potrebbe essere fino a 10 volte maggiore della popolazione generale – spiega Graziano Onder, direttore del Dipartimento di malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e dell’invecchiamento dell’Iss.

Questi pazienti sono più suscettibili alle infezioni, sperimentano l’invecchiamento precoce di più organi e sistemi, sviluppano un ampio spettro di comorbidità.

Inoltre, presentano spesso diverse anomalie anatomiche delle vie aeree superiori che aumentano la probabilità di ostruzione, una condizione che può predisporre all’ipertensione polmonare».

Le persone adulte con la sindrome, sottolinea Emanuele Rocco Villani della cattolica, rappresentano una popolazione fragile e vulnerabile alle infezioni e pertanto da tutelare con estrema attenzione.

«Le persone con sindrome di Dow rientrano dunque nella fascia di popolazione per cui l’accesso al vaccino per Sars-Cov-2 dovrà essere prioritario, nel momento in cui esso sarà finalmente disponibile».