L’Ordinanza n.27 del 3 aprile 2020, firmata dal Presidente Vincenzo De Luca, che contiene ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
L’ordinanza proroga le precedenti ordinanze, allineandole alla scadenza dell’ultimo DPCM. Restano in vigore tutte le misure adottate finora, con integrazioni e ulteriori misure di prevenzione.
Al punto 2.1. viene prorogata la sospensione dell’attività dei cantieri edili su committenza privata, fatti salvi – limitatamente alle attività consentite dalla vigente disciplina nazionale (DPCM 22 marzo 2020 e ss.mm.ii.)- gli interventi urgenti strettamente necessari a garantire la sicurezza o la funzionalità degli immobili, l’adeguamento di immobili a destinazione sanitaria finalizzati allo svolgimento di terapie mediche durante il periodo emergenziali, gli interventi di manutenzione finalizzati ad assicurare la funzionalità di servizi essenziali, il ripristino della messa in sicurezza dei cantieri, ove necessario, e in ogni caso con obbligo di adozione dei dispositivi di protezione individuale da parte del personale impiegato e delle ulteriori misure precauzionali previste dalla disciplina vigente.
Il provvedimento tiene conto di quanto rappresentato dai Costruttori Edili della Campania, che lo scorso 12 marzo ha rappresentato “la necessità di chiudere i cantieri, ad esclusione delle opere di edilizia sanitaria e delle opere strategiche”, sia per la grave situazione in corso, che alla luce dei rischi connessi alla circolazione dei mezzi di trasporto, delle persone e dei materiali per quello che attiene al contagio di tecnici e maestranze impegnate nell’esecuzione dei lavori. Ma soprattutto, legge l’andamento al peggioramento dei dati diffusi dalla Unità di Crisi della Regione Campania, che continua a registrare un aumento dei casi di contagio “fortemente progressivo”.
Per cui hanno creato una pagina Fb dalla quale i componenti dell’associazione si stanno scambiando idee su come poter affrontare al meglio quelli che saranno i contraccolpi economici, mediante una serie di proposte, confluite in una lettera aperta alle istituzioni, con la quale si propongono soluzioni per l’attualità e soprattutto a medio e lungo raggio, onde evitare che una intera classe di lavoratori non sopravviva e per questo, sono alla ricerca di un confronto con i responsabili istituzionali regionali e nazionali, che possano sposare la causa.