Matteo e Sthephano volevano trascorrere una serata tranquilla. Alle 21.30 sono usciti di casa per andare a cena da amici a Centocelle. Mentre si dirigevano verso la metro Malatesta, hanno sentito insulti provenire da un balcone. Ragazzini gridavano frasi omofobe. La coppia gay ha deciso di ignorarli e continuare.
La situazione è degenerata al ritorno. La strada per casa li ha riportati sotto quel balcone. Gli insulti sono ricominciati. Uno del gruppo ha urlato: “Annamoje a menà!”. Il gruppo, dieci persone, è sceso per aggredirli. Un loro amico è riuscito a scappare, ma Sthephano è rimasto bloccato.
Gli aggressori si sono scatenati contro di lui. Calci, pugni, sputi e insulti hanno trasformato una serata di festa in un incubo. “Al primo calcio sul naso non ho capito più nulla. Cercavo solo di proteggermi la testa” ha raccontato Sthephano.
Matteo ha provato a difenderlo. Alcuni si sono accaniti anche su di lui. Quando ha iniziato a filmare la scena con il cellulare, lo hanno minacciato. Gli hanno imposto di cancellare il video, persino dal cestino. Senza prove, la coppia è rimasta sola.
Matteo ha chiamato il 112 per chiedere aiuto. Nessuna pattuglia era disponibile. Dopo un acceso litigio con la centralinista, la chiamata si è conclusa. Senza alternative, Matteo e Sthephano sono andati all’ospedale a piedi. I medici li hanno curati con grande umanità.
Sthephano ha subito gravi lesioni: un trauma cranico, un naso rotto e lividi ovunque. “Guariremo, ma la paura rimarrà” ha detto. Ora uscire di casa è difficile.
La coppia ha scelto di raccontare tutto. “Mettiamo la faccia perché nessuno deve più vivere questo incubo. Amare non è sbagliato. La violenza deve finire”.
Questo è un grido di speranza e giustizia per tutti i gay.
Fonte: Fanpage, Simona Berterame
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