Continuano le indagini dopo la tragica morte dei tre operai precipitati dal sesto piano di un palazzo in ristrutturazione a Napoli nella giornata di ieri.
Dopo le prime indagini effettuate sono quattro gli iscritti sul registro degli indagati, si tratta di un atto dovuto. Gli indagati sono l’amministratore del condominio, il coordinatore della sicurezza del cantiere, Vincenzo Pietroluongo, titolare della ditta individuale esecutrice dei lavori, e il rappresentante della società che ha fornito la piattaforma elevatrice crollata improvvisamente.
Come riporta Il Mattino, la vicenda è stata affidata dalla Procura di Napoli alla sostituta procuratrice Stella Castaldo. Sul luogo, anche il procuratore aggiunto Antonio Riccio, coordinatore della sezione lavoro e colpe professionali.
Sempre la prosecuzione delle indagini ha permesso di risalire anche ai registri INAIL, dove è emersa un’altra importante scoperta: due operai su tre erano impegnati a nero. Infatti, solo Ciro Pierro era regolarmente inquadrato, le altre due vittime Vincenzo del Grosso e Luigi Romano, erano irregolari. L’imprenditore edile titolare della ditta che si stava occupando della ristrutturazione, si è recato sul posto poco dopo saputa la tragedia. È stato accompagnato all’ufficio dell’INAIL insieme ai suoli legali, dove vi è rimasto fino al pomeriggio.
Altre irregolarità emerse sul posto di lavoro. Assenza di imbracature o caschi protettivi, misure che sono obbligatorie per legge. Proprio l’assenza delle imbracature avrebbe contribuito alla caduta dei tre operai.
L’area è stata recintata ed è sotto controllo delle forze dell’ordine. A breve gli esami autoptici delle salme dei lavoratori deceduti. Comprensibilmente sotto choc le famiglie delle vittime, che pare avessero già denunciato l’assenza delle misture di sicurezza. Probabilmente saranno anch’essi ascoltati nel corso delle indagini.
Fonte: Tele Club Italia
