A meno di 24 ore dalla conclusione dell’incontro in via della Scrofa,ci sono ancora dei punti di trattativa da definire.
A partire dal dicastero di via Arenula: il fondatore di Forza Italia si dice «già convinto della scelta della Casellati, conosco le cose che ci sono da fare come riforma della giustizia». Berlusconi è loquace, in Senato, dopo l’elezione di Licia Ronzulli a capogruppo. Agli esponenti del suo partito conferma che sulla scelta di Elisabetta Casellati come Guardasigilli c’è l’accordo con la leader di Fratelli d’Italia. «Meloni mi ha suggerito soltanto di incontrare Carlo Nordio: “Vedilo, che è bravissimo. Magari ti convinci che è la scelta giusta”. Ma io sono già convinto della Casellati». Insomma, Berlusconi è inamovibile sul ministero della Giustizia.
In alternativa, all’ex seconda carica dello Stato – alla quale è succeduto Ignazio La Russa – potrebbe andare il dipartimento per le Riforme. La giornata di ieri, 17 ottobre, si era conclusa anche con i totoministri che affibbiavano ad Alessandro Cattaneo la casella della Pubblica amministrazione. Invece, per lui Berlusconi ha chiesto che i suoi deputati lo eleggessero capogruppo alla Camera. Per quel ministero circolano anche i nomi di Deborah Bergamini e di Anna Maria Bernini. L’ormai ex capogruppo di Forza Italia al Senato, nel primo pomeriggio, ha ricevuto anche la conferma pubblica da Berlusconi: «Ringraziamo la capogruppo uscente che andrà a fare il ministro». In realtà Bernini, da settimane, è in lizza principalmente per un altro dicastero: quello dell’Università e della ricerca. Ministero che questa mattina un’indiscrezione di Repubblica assegnava all’outsider Gloria Saccani Jotti, deputata di Forza Italia – docente di Patologia clinica a Parma – eletta nel collegio di Forlì-Cesena.