Confermato anche in appello l’ergastolo per Benno Neumair

31 Ottobre 2023 - 7:45

Confermato anche in appello l’ergastolo per Benno Neumair

Per il duplice omicidio e l’occultamento dei cadaveri di Laura Perselli e Peter Neumair, la sentenza della Corte d’assise d’appello di Bolzano ha

confermato la condanna all’ergastolo al figlio Benno Neumair. I due coniugi sono stati strangolati il 4 gennaio 2021 e gettati nel fiume Adige.

Il corpo del padre di Benno fu ritrovato il 7 febbraio 2021 nel fiume Adige, a circa 20 chilometri da Bolzano. Il cadavere era in avanzato stato di

decomposizione. Il corpo della madre, invece, era stato recuperato il 29 gennaio 2021. Il 5 gennaio 2021 Benno Neumair uscì dalla sua residenza situata

in via Castel Roncolo e si diresse verso la caserma dei carabinieri per segnalare la scomparsa dei suoi genitori, Peter e Laura Perselli, che avevano

rispettivamente 63 e 68 anni. L’uomo, allora 30enne, riferì di non aver ricevuto notizie da loro per un certo periodo e spiegò che il giorno precedente, i due

coniugi, appassionati di sport, erano usciti per una passeggiata in montagna, perdendo poi le loro tracce. Ventiquattro giorni dopo, Benno confessò

spontaneamente di aver ucciso i genitori in seguito a una lite scaturita da insoddisfazioni reciproche riguardo a lui e alla sua vita. Successivamente, rivelò

di aver gettato i corpi nel fiume Adige. La difesa aveva chiesto la non imputabilità o comunque il riconoscimento della seminfermità per il 33enne.

L’accusa aveva invece chiesto di confermare la sentenza di primo grado del 19 novembre. L’imputato non era presente in aula. La difesa, affidata agli

avvocati Angelo Polo e Flavio Moccia, aveva insistito sulla non imputabilità del loro assistito, affetto da “gravi disturbi di personalità” che avrebbero reso

“irrefrenabile” l’impulso a uccidere il padre, al culmine di un litigio. La sua capacità di intendere e volere sarebbe stata “totalmente abolita,

o quantomeno gravemente scemata” anche al momento dell’omicidio della madre, commesso perché “non poteva ammettere, con il cadavere del

padre davanti, quello che aveva fatto. Credere il contrario è fantascienza”. Nella sentenza di primo grado, così come poi in Appello, il disturbo di personalità

di Benno Neumair, a giudizio della Corte, non ha inciso sulla capacità di intendere e di volere al momento della commissione dei reati. Per questo è stata

confermata la condanna all’ergastolo. La richiesta era stata formulata dalla procuratrice generale della Corte d’Appello, Donatella Marchesini. Fonte tgcom24.