Conferenza di fine Anno o meglio di inizio Mandato. I primi 70 giorni del Governo Meloni

29 Dicembre 2022 - 22:54

Conferenza di fine Anno o meglio di inizio Mandato. I primi 70 giorni del Governo Meloni

È finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola.

Spunti interessanti durante il lungo confronto con la stampa

Botta e risposta con la giornalista de Il Riformista, interviene lo staff, la Meloni non si sottrae al confronto

Roma, 29 dicembre – Si è tenuta questa mattina presso il palazzo dei gruppi della Camera dei Deputati, via di Campo Marzio 78 la consueta conferenza stampa di fine anno con il Presidente del

Consiglio Giorgia Meloni, organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa parlamentare. Tante le novità per l’organizzazione,

il giorno 27 sono state sorteggiate le testate che avrebbero potuto porre domande alla Premier. Ben 47 quelle selezionate e doveroso sottolineare, non concordate, che hanno impegnato per tre ore

consecutive la Presidente Giorgia Meloni a rispondere a braccio ed a memoria alle numerose ed articolate domande. Le risposte, molto articolate e particolareggiate, l’anno resa più una conferenza

di inizio mandato che di fine Anno come la stessa premier ha sottolineato scherzosamente così come il riferimento alla maratona di Telethon rispetto alla durata dell’incontro.

Nell’introduzione del Presidente Odg Carlo Bartoli non sono mancati gli spunti di riflessione con uno sguardo attento alle tutele della professione ad un equo compenso per citarne uno, la Premier

si presentata al folto ed attento uditorio come una “collega” giornalista che non disdegnerà di tornare a svolgere la professione dopo la conclusione del mandato parlamentare. All’incalzare delle

domande sull’argomento del giorno ossia la manovra di bilancio ha risposto “Quando si lavora in ristrettezze economiche si è costretti a delle scelte”. Tanto si è focalizzata l’attenzione sugli obietti,

parola ricorrente durante il corso della conferenza come quella di coraggio e libertà. 55 gli obiettivi raggiunti di cui 25 erano stati lasciati dal precedente governo Draghi, verso il quale ha

profuso garbate parole di ammirazione vedendo come spone proprio la grandezza dell’interlocutore. Concentrare le competenze ad esempio del PNRR e dei Fondi di coesione per

non disperderli e gestirli al meglio. Un principio, quello della concentrazione delle competenze come fronte comune contro la burocratizzazione e semplificazione e

lotta alla mala administration. “Programmazioni e Riforme erano sulla carta adesso devono diventare Cantieri” sottolinea la Presidente Meloni. Riconosce all’ex premier Conte il coraggio di

aver aumentato le spese militari di 3 miliardi. La riforma della giustizia è una priorità ed è stata condivisa con il Terzo Polo l’abolizione della legge Spazzacorrotti e prescrizione La domanda e

il tono della giornalista della Tass, la risposta e il tono del presidente del Consiglio sul “valore della libertà”, libertà che si considerano scontate ma che di fatto sono messe a dura prova dalle guerre.

La minaccia all’Iran che se continua a reprimere le proteste e sopprimere le persone, Roma smetterà di essere dialogante con Teheran. Il Qatargate non è il lavoro degli italiani, semmai è il lavoro dei socialisti.

Riferendosi all’approvazione della Manovra, Meloni ha detto che “il dibattito parlamentare è utilissimo e questo governo lo intende favorire anche tornando indietro rispetto a forzature a cui

abbiamo assistito negli ultimi anni. Avrei voluto dare più tempo al Parlamento per la Manovra ma non è stato possibile. Considero che il Parlamento possa fare proposte utili, e quando arrivano non

ho grandi ragioni per rifiutarle per principio”. Giorgia Meloni ha poi ribadito che la riforma delle istituzioni e il presidenzialismo siano “priorità” dell’esecutivo. La riforma presidenzialista è

una priorità. “Sono aperta sulla formula e sui diversi percorsi più o meno coinvolgenti: dalla bicamerale a un disegno di legge del governo, ma non prendetemi in giro perché me ne accorgo”.

Il semipresidenzialismo a cui fa riferimento è quello alla francese non tanto perché il migliore, quanto perché è quello più largamente condiviso “come gesto di disponibilità visto che riguarda le regole del gioco”. “E’ una riforma che voglio fare”

Alla domanda posta dalla giornalista Claudia Fusani de Il Riformista sul decreto Rave “Le risulta che la maggioranza, per ridare centralità del parlamento, abbia deciso di non convertire un suo

decreto? Da tempo arriva gente da tutta Europa a organizzare raduni illegali con violenze, droghe, perché si divertono. Ci chiediamo perché da noi e non in Francia o in Spagna? Perchè noi lo

consentiamo”. Tra le due è nato un botta e risposta, che ha visto il doveroso intervento dello staff, la Premier però non si è sottratta al confronto. “Per me non è secondario: è il segnale che mi interessa

dare. È finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola. Norme giusta ed era necessario dare un segnale. Poi c’è il covid e l’ergastolo ostativo”.

Come valore aggiunto della sua Presidenza punta sulla concretezza e velocità (valore riconosciutole anche dai suoi stretti collaboratori)

Inevitabili le domande sull’essere la prima premier donna, le posizioni della stessa sono ben note ma ha dimostrato maggiore consapevolezza che non in tutti i settori e per tutte le donne è così.

Spesso chi è impegnato a scrivere pagine di storia, non si accorge di esserne il protagonista e quella di oggi sarà consegnata alla storia come la prima conferenza di

fine anno della prima donna Presidente del Consiglio Italiano.  Un fatto storico che piaccia o no, che ha derubricato e riformulato il concetto stesso di leadership al femminile.