Gli audio e le intercettazioni del fioraio Giovanni Buccolieri.
L’esclusiva del magazine online Fronte del Blog che può “riaprire il caso”
Luci ed ombre di un “giallo” senza fine.
A dodici anni dall’omicidio di Sarah Scazzi, uccisa ad Avetrana il 26 agosto 2010, il caso potrebbe essere riaperto.
L’avvocato Nicola Marseglia, legale di Sabrina Messeri, la cugina della 15enne condannata all’ergastolo per il delitto con anche la madre e zia della vittima, Cosima Serrano.
Ha rilasciato una intervista in esclusiva al giallista Rino Casazza
del magazine online Fronte del blog rivelando una retroscena clamoroso.
Trattasi di audio e documenti inediti che riguardano la testimonianza di Giovanni Buccolieri, il fioraio che avrebbe visto le due donne (Sabrina e Cosima) il giorno della scomparsa di Sarah.
Il fioraio Giovanni Buccolieri è considerato uno dei “testimoni chiave” nel merito delle sentenze di condanna sul delitto di Avetrana.
Il giorno 9 aprile 2011, nel corso
della prima audizione con il procuratore di Taranto Pietro Argentino e con il sostituto Mariano Evangelista Buccoliero.
l’uomo dichiarò di aver visto Cosima Serrano intimare a Sarah di salire a bordo della sua auto: “Moh ha nghianà intra la macchina”, sarebbero state le parole della donna.
Alla cui guida della vettura, una Opel Astra SW di colore azzurro-grigio, ci sarebbe stata Sabrina Misseri.
Il condizionale è d’obbligo
in quanto il fioraio riferì di aver notato “una sagoma” che apparteneva “ad una persona di sesso femminile” poiché avrebbe avuto “i capelli più lunghi di quelli che porta un uomo e soprattutto erano legati all’indietro e di colore scuro”.
Nella circostanza della medesima audizione Buccolieri aggiunse, altresì, di aver avuto il dubbio che il racconto fosse frutto di una narrazione onirica.
Non trovando corrispondenza tra l’orario in cui Sarah sarebbe stata vista per l’ultima volta ,(tra le 14.25 e le 14.30) con quello in cui egli sarebbe uscito dalla sua abitazione per disbrigare una commissione (pressappoco alle 13.30).
Successivamente avrebbe realizzato che i fatti si riferivano al giorno della scomparsa della 15enne: “Sono certo che i fatti a cui ho assistito si riferivano al 26 agosto 2010 ,furono le sue parole perché li ho associati al giorno della scomparsa di Sarah”.
Il giorno 11 aprile 2011 Buccolieri fu sentito nuovamente degli inquirenti.
Il fioraio confermò solo in parte il contenuto delle dichiarazioni rese due giorni prima circostanziando diversamente la narrazione: “…preciso, però, che si è trattato di un sogno”.
L’uomo disse di aver raccontato del “sogno” alla moglie, tal Vanessa Cerra, “il giorno dopo” oppure “qualche giorno dopo il ritrovamento di Sarah” e di essersi convinto, invece, che i fatti descritti fossero veritieri “perché erano talmente particolareggiati che potevano corrispondere alla realtà dei fatti”.
A suo dire, fu poi la moglie ad esortarlo di rivolgersi ai carabinieri.
Buccolieri rispose verosimilmente che non sarebbe andato poiché “aveva paura
e di essere un soggetto ansioso per cui voleva essere estraneo a tutti i costi alla vicenda” (si legge nel verbale).
C’è anche una intercettazione che, a detta dell’avvocato Nicola Marseglia, potrebbe riaprire il caso.
Si tratta di una conversazione telefonica intercorsa tra il fioraio e la moglie pochi giorni essere stato ascoltato in tribunale.
A me il primo giorno mi hanno fatto l’interrogatorio, dice Buccolieri rivolgendosi alla moglie.
Mi hanno messo in dubbio, mi hanno tartassato tanto per dire quello che loro (gli inquirenti ndr) volevano.
Praticamente loro (gli inquirenti ndr) mi hanno fatto raccontare il sogno come se fosse una realtà.
Mi hanno suggestionato tutte queste cose queste cosa qua. Io nella notte ho pensato ‘ma che ho detto?
Perché mi hanno fatto dire tutte queste cose qua?’ È stato il mio sbaglio.
Mi sono fatto suggestionare e ho raccontato”.
Come ben precisa il magazine Fronte
del blog, al tempo del processo non si è potuta approfondire la questione in quanto Buccolieri, accusato di false dichiarazioni al pm per via della non chiara natura onirica della sua testimonianza, non ha deposto, avvalendosi della facoltà di non rispondere in attesa che il procedimento penale a suo carico si definisse.
Dopo che, recentemente, la Cassazione l’ha dichiarato prosciolto per prescrizione del reato, il fioraio ha continuato a confermare la sua versione.