Proseguono le indagini degli inquirenti sulla la tragedia di Fasano, nel Brindisino, costata la vita alla 26enne Clelia Ditano.
La ragazza, in servizio presso un b&b della zona, è precitata dal quarto piano da oltre 10 metri dopo essere caduta all’interno del vano ascensore della palazzina in cui viveva con i genitori, in via Saragat.
A quanto pare, ricostruiscono i colleghi di BrindisiReport, dopo essere rincasata nella tarda serata di domenica, la 26enne sarebbe entrata in casa, al quarto piano, per lasciare la borsa a casa e altri effetti personali.
La cabina, nel frattempo era scesa al primo piano, eppure la porta dell’ascensore si sarebbe aperta lo stesso o, altra ipotesi, non si sarebbe mai chiusa completamente.
A dare l’allarme sono stati i genitori che intorno alle 6 di mattina hanno tentato di chiamare la figlia, che non era in casa, e hanno sentito lo squillo del cellulare provenire dal vano ascensore.
I carabinieri hanno sentito varie persone, mentre il pubblico ministero Giuseppe De Nozza potrebbe a breve conferire l’incarico per eseguire l’autopsia sul corpo della 26enne che dovrebbe aiutare a stabilire l’orario esatto della morte, avvenuta probabilmente dopo la mezzanotte.
Che qualcosa nel sistema che regola l’apertura e la chiusura della porta non abbia funzionato è abbastanza evidente.
In teoria, come viene spiegato su diversi siti di addetti ai lavori, le porte esterne degli ascensori sono dotate di sensori che ne impediscono l’apertura se la cabina non è presente al piano, mentre un analogo meccanismo fa sì che l’ascensore non possa scendere o salire finché la porta esterna non è completamente chiusa.
Come si vede dalle immagini, la porta esterna dell’ascensore installato nella palazzina era di tipo manuale.
Ma anche negli ascensori più datati è presente un sistema che blocca la porta se l’ascensore non è perfettamente allineato.
E quando una porta è chiusa per forzare il blocco servono delle chiavi specifiche che di solito possiedono gli addetti alla manutenzione o i vigili del fuoco.
Secondo quanto trapelato dalle indagini inoltre la porta in questione sarebbe stata trovata non completamente chiusa.
Se così fosse, perché la cabina è scesa al primo piano? Sarà compito dei periti stabilire cosa non abbia funzionato.
Le ipotesi sono quelle di un guasto o perfino di una manomissione esterna che avrebbe potuto compromettere il corretto funzionamento dell’impianto.
“Mi auguro che non sia stato un errore umano la causa della disgrazia” dice all’Adnkronos il sindaco di Fasano, Francesco Zaccaria, “perché a questo dolore già grande si aggiungerebbe lo sconforto per una morte evitabile”.
Ora, aggiunge il primo cittadino, “affidiamoci tutti al lavoro competente e imparziale di magistrati e periti”.
Le indagini sono solo all’inizio.
Intanto oggi nella seduta del Consiglio regionale della Puglia, a Bari, è stato osservato un minuto di silenzio per la tragica scomparsa della giovane donna.