“Ci sono 35 obiettivi americani alla nostra portata, vi uccideremo tutti”
Ci sono “35 obiettivi americani a portata” dei Pasdaran. Lo ha dichiarato un comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Ghulam Ali Abu Hamza, citato dall’agenzia stampa di Teheran, Tassnim. “Oltre a Tel Aviv ci sono 35 obiettivi americani nella regione a portata dei nostri lanci”, ha minacciato. “Gli Stati Uniti e Israele devono vivere in uno stato di terrore costante dopo l’uccisione del martire Qassem Soleimani”, ha aggiunto. Tra gli obiettivi, ha segnalato lo Stretto di Hormuz “dove passano decine di navi da guerra americane”, il Golfo di Oman e il Golfo Persico.
Secca la replica di Trump affidata a Twitter: se l’Iran colpisce americani o asset americani gli Usa colpiranno molto duramente l’Iran. E gli Stati Uniti hanno già individuato 52 siti iraniani che potranno essere attaccati molto rapidamente. Trump ha spiegato che il numero 52 corrisponde “agli ostaggi americani presi dall’Iran molti anni fa” nell’ambasciata Usa a Teheran. Il presidente americano spiega che molti di questi obiettivi sono di “livello molto elevato e importanti per l’Iran e per la cultura iraniana”.
La giornata. Dopo il raid statunitense che ha ucciso nella notte tra giovedì e venerdì il generale Qassem Soleimani, Bagdad nella serata di sabato è presa di mira da alcuni colpi di mortaio e razzi, che al momento non sembrano aver causato morti. Ci sono però almeno sei feriti. Nella capitale irachena poche ore prima migliaia di persone avevano partecipato al corteo funebre per commemorare il generale iraniano gridando “morte all’America”.
Colpita, con tre colpi di mortaio, la base aerea Balad, a 40 km a nord della capitale irachena. La stessa da cui nella notte tra giovedì e venerdì sono partiti i droni militari che hanno ucciso il generale Qassem Soleimani e il leader delle Pmu Abu Mahdi Al-Muhandis.
Tre soldati sono rimasti feriti, stando a quanto riferisce il comandante della base, Sahi Abd al Amri. Tre colpi di mortaio sono caduti nella zona, uno della pista di atterraggio e due all’esterno del recinto di protezione.
Esplosioni nella serata di sabato anche a Bagdad. Fonti citate da Al-Arabiya e Al-Hadath riferiscono che ad essere colpita è stata la zona di piazza della Celebrazione nel mezzo della Green Zone, mentre una seconda esplosione si è verificata vicino all’hotel Babylon sul lato opposto dell’ambasciata americana. Un terzo missile è caduto fuori dalla Green Zone, probabilmente nel quartiere Jadriya, ferendo almeno 3 civili.
Intanto il comando delle Kataib Hezbollah, riferisce Sky News Arabia, in Iraq ha dato ordine a tutti i combattenti iracheni di spostarsi ad almeno un chilometro di distanza dalle basi statunitensi. La notizia è stata riportata dalla televisione al-Mayadeen: “Le forze di sicurezza devono stare alla larga dalle basi americane per una distanza non inferiore a mille metri a partire da domenica sera”, ha affermato la Brigata. Il Pentagono ha inviato altri 2.800 soldati, per lo più in Kuwait, per prepararsi all’eventuale escalation.
(la Repubblica)