Chico Forti: «In carcere accolto da re. C’era il comandante Schettino, mi ha stretto la mano e ha detto “sei il mio eroe”»

31 Maggio 2024 - 21:19

Chico Forti: «In carcere accolto da re. C’era il comandante Schettino, mi ha stretto la mano e ha detto “sei il mio eroe”»

Chico Forti ha parlato alla trasmissione Cinque Minuti e ha raccontato il suo ritorno in Italia, in particolare l’accoglienza avuta nelle due carceri, quella di Roma in cui è stato rinchiuso al suo arrivo e quella di Verona, in cui si trova adesso.

«A Rebibbia e a Verona mi hanno accolto come un re.

Quando sono arrivato in carcere mi hanno detto: ‘c’è il comandante che vuole parlarle’.

Pensavo che fosse un agente della penitenziaria ma invece il primo che mi si è presentato è stato Schettino (l’ex comandante della Costa Concordia, detenuto a Rebibbia), il quale mi ha detto: «Chico, sei il mio eroe’».

Il 65enne detenuto trentino è stato trasferito in Italia dal carcere di Miami, dove ha scontato 24 anni.

«Tra il carcere di Miami e quello di Verona c’è una differenza enorme.

Quello di Miami è basato sulla punizione ed è un luogo dove sei continuamente umiliato, mentre qui ho conosciuto valori umani come i rapporti e il rispetto, che non ritrovavo da 24 anni», ha aggiunto Forti, il quale parlando di sua madre 96enne ha detto:

«È la mia roccia, è stata la mia forza ed energia. Nei suoi occhi puoi vedere i fuochi d’artificio e la gioia nel suo sguardo.

Nel 2008, l’ultima volta che l’avevo vista prima di tornare poi in Italia, mi disse ‘farò tutto il possibile per aspettarti’».

Forti, che si è sempre detto non colpevole del reato di omicidio per il quale in Florida è stato condannato all’ergastolo, ha spiegato:

«Se tu sei convinto della tua innocenza, hai la forza di andare avanti giorno per giorno.

Non ho mai pensato ai 24 anni, ma al giorno successivo. Se non credi in te o ti suicidi o cambi la vita». E sul suo futuro ha aggiunto: «Sono stato congelato per 24 anni, ma la mia voglia di vivere non è cambiata».

Infine, parlando del giorno in cui ha appreso che sarebbe tornato in Italia, il 65enne ha detto:

«Il primo marzo ho ricevuto una chiamata che ha scombussolato il mio penitenziario, perché mi hanno detto che avevo una chiamata dalla Casa Bianca.

La prima persona che mi parlò fu l’ambasciatrice italiana a Washington la quale mi disse che era con Biden e il primo ministro italiano.

Poi parlai con Giorgia Meloni, la quale mi disse: ‘Siamo finalmente riusciti a convincerlo, torni a casa’».