I leader dell’opposizione contro il premier Giuseppe Conte per le parole pronunciate in conferenza stampa. “Il Mes – ha ricordato il presidente del Consiglio ieri sera nel corso della diretta sull’emergenza coronavirus – esiste dal 2012, non è stato istituito ieri o attivato la scorsa notte come falsamente e irresponsabilmente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Questo governo non lavora col favore delle tenebre: guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza”.
Le reazioni dei leader della Lega e di Fratelli d’Italia, non si sono fatte attendere. Salvini, questa mattina ha chiamato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, denunciando l’atteggiamento da “regine sudamericano” del premier ed esprimendo “rammarico e indignazione” per aver usato la diretta tivù, per insultare e minacciare le opposizioni.
Anche Giorgia Meloni, non è andata per il sottile. Già ieri sera, a margine della diretta di Conte, si era scagliata contro il premier, condannando il “sistema degno di un regime totalitario”.
Ma al di là della querelle tra Governo e opposizioni, c’è da capire, chi ha ragione tra le parti, ma sopratutto chi fu ad approvare e votare il Mes. Carte alla mano, l’iter che portò il Governo ad adottare il “Fondo Salva Stati” è sin troppo chiaro. Basta avere memoria o fare un’attenta ricerca sul web, tra atti parlamentari, europei e comunicati stampa dell’epoca. Noi di Retenews24, abbiamo provato a ricostruire tutti i passaggi.
I primi di maggio 2010, sull’onda dell’emergenza determinata dalla crisi del debito sovrano greco, l’ECOFIN delibera la creazione, nell’ambito di un più ampio pacchetto di interventi, di due strumenti temporanei di assistenza per gli Stati membri della zona euro in condizioni finanziarie critiche: il Meccanismo europeo di Stabilizzazione Finanziaria (EFSM) e il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria (EFSF). Per rendere permanente l’operatività dei meccanismi di sostegno, nel luglio 2011 viene concordata tra gli Stati membri europei l’istituzione del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), accompagnata dalla modifica dell’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE)4. Il 2 febbraio 2012 gli Stati membri della zona euro firmano il trattato istitutivo del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES).
Fu il Consiglio dei Ministri del governo Berlusconi IV ad approvare il 3 agosto 2011 “il disegno di legge per la ratifica della decisione del Consiglio Europeo 2011/199/Ue, che modifica l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento della Ue relativamente a un meccanismo di stabilità (Esm – European Stability Mechanism), nei Paesi in cui la moneta è l’euro. Obiettivo della Decisione è far sì che tutti gli Stati dell’Eurozona possano istituire, se necessario, un meccanismo che renderà possibile affrontare situazioni di rischio per la stabilità finanziaria dell’intera area dell’Euro”.
Nel 2011 furono Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti a dire sì alla creazione di un Fondo Salva-Stati nel Consiglio europeo e all’Eurogruppo. Il 3 agosto 2011, il Consiglio dei ministri guidato da Silvio Berlusconi approvò il disegno di legge per la ratifica, che arrivò con l’ok dell’Aula arrivò otto anni fa sotto il governo Monti: la Lega votò contro, Meloni era assente.
Ma le semplificazioni potrebbero essere oggetto di speculazioni. Dunque è nostro dovere, riportare – ripetiamo, carte alla mano – tutti i passaggi del Mes, dall’approvazione al voto finale.
A preparare il Fondo Salva-Stati – basta guardare le cronache dei quotidiani dell’epoca, reperibili sul web o per i componenti dei governi e parlamentari dell’epoca, attraverso telpress – fu il governo Berlusconi nel 2011, con il via libera all’Eurogruppo e l’approvazione del disegno di legge per la ratifica della decisione del Consiglio europeo del 25 marzo che cambiava il Trattato sul funzionamento unico dell’Ue e dava il là alla creazione del Fondo Salva-Stati.
Un governo sostenuto dalla Lega, di cui Salvini all’epoca era europarlamentare, Umberto Bossi ministro per le riforme, Roberto Calderoli, Ministro della Semplificazione normativa, Roberto Maroni, Ministro dell’interno e l’attuale leader di Fratelli d’Italia, ministro della Gioventù.
Il Consiglio dei ministri è il numero 189 del governo Berlusconi IV, i riunisce a Palazzo Chigi il 3 agosto 2011, tre mesi prima delle dimissioni e ad appena due giorni dalla lettera congiunta del presidente uscente della Bce Jean Claude Trichet e di quello in pectore Mario Draghi con la quale indicarono all’Italia una serie di misure urgenti per superare la crisi.
Il Consiglio dei ministri approva, su proposta del ministro degli Esteri Franco Frattini, il disegno di legge per la ratifica e l’esecuzione della “decisione del Consiglio europeo 2011/199/Ue, che modifica l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea relativamente ad un meccanismo di stabilità (ESM – European Stability Mechanism) nei Paesi la cui moneta è l’euro”, si legge nel comunicato stampa diffuso quel giorno da Palazzo Chigi.
Il comunicato del Consiglio dei ministri del 3 agosto 2011, che riportiamo integralmente https://www1.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/21/0387_Comunicato_Presidenza_Cdm_3_agosto_2011.pdf?fbclid=IwAR3XsEuPrkkvRUEslSeL2nQ-geSsWo08Vy8t9-EK7n75jTAuX1Kf5KtXwfQ vuole su proposta del Ministro degli affari esteri, Frattini, due disegni di legge per la ratifica e l’esecuzione dei seguenti Atti internazionali: il primo è la “Decisione del Consiglio europeo 2011/199/UE, che modifica l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea relativamente ad un meccanismo di stabilità (ESM- European Stability Mechanism) nei Paesi la cui moneta è l’euro; obiettivo della Decisione è far sì che tutti gli Stati dell’Eurozona possano istituire, se necessario, un meccanismo che renderà possibile affrontare situazioni di rischio per la stabilità finanziaria dell’intera area dell’euro”.
L’obiettivo – evidenziava il governo nella nota stampa diffusa nei giorni in cui lo spread galoppava – è “far sì che tutti gli Stati dell’Eurozona possano istituire, se necessario, un meccanismo che renderà possibile affrontare situazioni di rischio per la stabilità finanziaria dell’intera area dell’euro”.
La decisione del Consiglio dei ministri di dire sì alla decisione del Consiglio europeo è l’architrave della definizione del Fondo Salva-Stati che sarà poi perfezionata dal governo di Mario Monti, subentrato nel novembre 2011 al governo Berlusconi.
Il trattato istitutivo del Mes, quindi, è stato firmato il 2 febbraio dagli stati membri (con il governo Monti, durato dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013) ma per arrivarci serviva la riforma di altri trattati fondamentali della Ue (Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011) come spiega sempre il Senato (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/DOSSIER/0/1132368/index.html?part=dossier_dossier1) e su tutti andava modificato il Trattato sul funzionamento unico dell’Ue.
Ecco che, quindi, all’articolo 136 è stato aggiunto che: “Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità”.
La trattativa, insomma, per arrivare al Mes è stata lunga e articolata e tutta condotta dal governo Berlusconi. Come recita il Senato ”nel luglio 2011 viene concordata tra gli Stati membri europei l’istituzione del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES)”.
Poi è arrivato il governo Monti e la cosa è stata portata avanti: il 3 aprile 2012 il disegno di legge ”Ratifica ed esecuzione del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (Mes)” è approdato al Senato e approvato dal Parlamento il 19 luglio 2012.
Ma gli attuali leader della Lega e di FdI, cosa facevano all’epoca dei fatti? Matteo Salvini -come già ricordato – all’epoca, era un parlamentare europeo. Come spiega il sito di analisi del comportamento dei politici “Pagella Politica”, il primo voto europeo ”risale al 23 marzo 2011, quando il Parlamento europeo diede il suo “OK” per una prima sottoscrizione del Meccanismo di Stabilità Europea. Salvini, il 23 marzo 2011 era assente al momento della votazione dello stesso parlamento europeo’.
Per quanto riguarda Giorgia Meloni è stata effettivamente ministra del governo che ha portato avanti tutta la trafila europea per arrivare al Mes e faceva parte di quel Pdl che in parte votò ”sì” anche in Parlamento. Lei quando arrivò il momento di dare il voto decisivo per la ratifica al trattato che istituì il Mes alla Camera (era il 19 luglio 2012, come detto) era assente.
Il Pd votò compatto a favore, assieme al movimento di Fini, Futuro e Libertà, all’Unione di Centro e al Popolo delle Libertà che si divise tra favorevoli, astenuti, assenti (nella maggior parte), e soli due contrari (Guido Crosetto e Lino Miserotti).
In conclusione, possiamo affermare, senza tema di smentita, che il Mes è stato ratificato nel 2012 con il governo Monti, ma ideato a partire da fine 2010 e costruito passo dopo passo mentre in Italia c’era il governo Berlusconi.