Chat Control, l’arma dell’UE contro l’abuso sui minori: potranno controllare le vostre chat Whatsapp e Telegram

9 Ottobre 2025 - 19:09

Chat Control, l’arma dell’UE contro l’abuso sui minori: potranno controllare le vostre chat Whatsapp e Telegram

Tra pochi giorni, il 14 ottobre, l’Unione Europea affronterà un voto decisivo. I Paesi membri dovranno scegliere se sostenere o respingere la proposta nota come Child Sexual Abuse Regulation (CSAR), meglio conosciuta come Chat Control. È una misura pensata per combattere l’abuso sessuale su minori online.

In pratica, la proposta prevede l’uso di sistemi automatici basati su intelligenza artificiale per analizzare messaggi, immagini e file scambiati su piattaforme digitali. Questi controlli coinvolgerebbero app di messaggistica come WhatsApp, Telegram e Messenger, ma anche e-mail e social network.

L’obiettivo dichiarato è nobile: individuare e bloccare la diffusione di materiale pedopornografico. Ogni contenuto sospetto verrebbe segnalato alle autorità competenti o alle piattaforme stesse, che potrebbero intervenire immediatamente con blocchi o indagini mirate.

Tuttavia, il metodo scelto per farlo divide profondamente governi, esperti e cittadini. Il sistema prevede infatti una “backdoor”, una porta d’accesso speciale che consente di analizzare i messaggi prima che siano criptati. E proprio questa funzione fa paura.

Molti Paesi, tra cui Austria e Polonia, hanno già espresso forti perplessità. Anche Germania e Italia restano indecise. Secondo i critici, il Chat Control potrebbe trasformarsi in uno strumento di sorveglianza di massa. E, peggio ancora, in una minaccia per la libertà individuale.

Gli esperti avvertono: un controllo così esteso può esporre i dati personali ad abusi, errori o hackeraggi. Gli algoritmi di analisi automatica, infatti, non sono infallibili e potrebbero segnalare come sospette conversazioni innocue, generando confusione e danni reputazionali.

Inoltre, la crittografia end-to-end, che protegge la riservatezza dei messaggi, rischia di essere compromessa. Se quella barriera cade, ogni utente perde la certezza di comunicare in modo sicuro. E la fiducia nelle piattaforme digitali potrebbe crollare.

Il regolamento, inserito nel più ampio quadro del Digital Services Act, mira a creare cooperazione tra aziende tecnologiche e autorità. Ma molti chiedono garanzie chiare, controlli indipendenti e trasparenza. Perché, tra sicurezza e libertà, l’Europa si prepara a una scelta che cambierà il futuro del web.

Fonte: IlFattoQuotidiano

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