Nel corso di questa settimana il ministro alla Transizione Ecologica Roberto Cingolani firmerà l’atto di indirizzo che apre allo sfruttamento a massima potenza delle centrali termoelettriche. Queste includono anche quelle a carbone e a olio combustibile, che dovrebbero aumentare la propria produzione del 20-25%. Un dato che si somma ai livelli che hanno già toccato il doppio dal 2021. Le centrali interessate sono sette, spiega la Repubblica: sei a carbone e una ad olio. Quattro sono dell’Enel, a Fusina (VE), Brindisi, Torrevaldaliga (RM) e Portovesme (CI). Ce n’è poi una di A2a a Monfalcone (TS) e una di EP a Fiumesanto (SS). L’unica ad olio è di A2a, a San Filippo del Mela (ME). Il governo spera, grazie al carbone, di risparmiare 1,1 miliardi di metri cubi di gas entro fine 2022, e 2,3 miliardi entro il 2023. Anche se queste stime andranno riviste alla luce della richiesta dell’Ue fatta agli Stati membri di ridurre il proprio consumo di gas del 15% entro marzo 2023.
Cingolani aveva previsto un taglio di 4 miliardi di metri cubi nello stesso periodo, e 1,5 miliardi di questi verranno compensati dal più inquinante carbone. Si stima che così carbone e olio copriranno l’8-9% del fabbisogno energetico del Paese. La scorta di oro nero è già pronta. Secondo i calcoli di Legambiente, infatti, le centrali a carbone inquinano il doppio di quelle a gas. Se bruciare il metano produce 380 grammi di anidride carbonica per ogni Kwh di elettricità, le emissioni del carbone si aggirano intorno agli 857 grammi per unità energetica, a fronte di quelle nulle di eolico, fotovoltaico, idroelettrico e geotermia. «Stiamo cercando di usare più carbone», ha dichiarato il ministro all’Economia Daniele Franco sabato a Cernobbio, aggiungendo «che non è una bellissima cosa, ma nell’immediato ci aiuta». La mossa arriva mentre in tutta Europa nasce la necessità di risparmiare quanto più gas possibile, soprattutto dopo le minacce del Cremlino comunicate ieri per bocca del portavoce Dmitry Peskov: finché le sanzioni rimarranno in vigore l’Europa non potrà ricevere gas, ha fatto sapere Mosca illustrando perché il gasdotto Nord Stream 1 che approda in Germania non ha ancora riaperto in seguito ai «lavori di manutenzione». Nel frattempo, l’Italia si prepara a tagli all’illuminazione e agli orari di accensione dei riscaldamenti, oltre al lavoro da remoto per i dipendenti pubblici e altre misure nel piano di risparmio energetico in lavorazione a Roma.