Cellula neonazista pianifica attentato contro Meloni, arrestati in dodici

5 Dicembre 2024 - 12:20

Cellula neonazista pianifica attentato contro Meloni, arrestati in dodici

Giorgia Meloni sotto il mirino: un attentato a Montecitorio che aveva come scopo quello di uccidere la premier italiana era stato programmato dai membri della cellula neonazista chiamata ‘Werwolf Division’. Questo almeno è quanto emerso nelle ultime ore dall’indagine della procura di Bologna. Al momento in dodici sono stati arrestati.

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Durante la pianificazione dell’attentato, avvenuta per via Telegram, Meloni sarebbe stata accusata di essere una “traditrice”, definita come una “fascista finché non è salita al potere”.

Da un’intercettazione risalente a un anno fa è saltato fuori che Salvatore Nicotra, uno degli indagati, avrebbe detto “Le sparo un colpo in testa”, esprimendo di fatto la volontà di far fuori l’attuale presidente del Consiglio, in quanto una “concubina di Sion”.

Non sarebbe finita qui: a quanto pare l’attentato di natura terroristica aveva come finalità quella di far scoppiare una guerra civile in Italia. “C’è un albergo davanti al Parlamento. Da lì puoi sparare un colpo dall’alto”, queste le parole di Nicotra, che addirittura si sarebbe messo alla ricerca di un cecchino, “un palestinese che può fare al caso nostro”.

Tra le volontà palesate dai neonazisti ci sarebbero anche attività di dossieraggio, ricerca e sopralluoghi tra Montecitorio e Palazzo Chigi. La cellula bolognese, inoltre, secondo quanto riportato dai pm, reclutava nuovi camerati online, venendo a contatto anche con alcuni vertici di Forza Nuova e diversi jihadisti, affinché potesse realizzarsi una rete allargata anche ai neonazisti dell’ordine di Hagal:

“Io vi stavo addestrando perché volevo unirci appunto all’ordine di Hagal, cioè a Forza Nuova e a quegli altri”, a parlare è sempre Nicotra. “Vogliamo unirci a Forza Nuova e agli altri per andare giù a Roma a fare un colpo di Stato al Parlamento. Volevo dare un fucile ciascuno, addestrati a dovere per fare la guerriglia. Io non ho nulla da perdere. Sono pronto a morire”.

La Digos, nel 2019, aveva scoperto un canale Telegram, dando così il via all’inchiesta che attualmente ha portato a dodici arresti con l’accusa di terrorismo e detenzione illegale di armi, accompagnate da quelle di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione raziale, etnica e religiosa.

Tra gli arrestati Daniele Trevisani, definito “il comandante”, il fratello Federico Trevisani, Andrea Ziosi noto come “l’editore”, e Salvatore Nicotra, “l’istruttore”. E ancora tra gli indagati è venuto fuori anche il nome di Fabio Tuiach, ex consigliere comunale di Trieste e ex leghista poi finito in Forza nuova, fino all’espulsione.

La gip Nadia Buttelli avrebbe dichiarato che la cellula operava come una vera e propria organizzazione criminale, probabilmente ispirata ai Nuclei armati rivoluzionari. Avevo che pianificato addestramenti, insieme all’acquisizione di armi e la creazione di due eserciti con l’obiettivo di “andare giù a Roma a fare un colpo di stato contro il governo”.

Fonte: Fanpage.it

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