Caso di Roberta Siragusa: l’assassino le avrebbe dato fuoco mentre era ancora viva

23 Aprile 2021 - 13:46

Caso di Roberta Siragusa: l’assassino le avrebbe dato fuoco mentre era ancora viva

Emergono importanti novità sul caso relativo all’omicidio della siciliana Roberta Siragusa. È indagato per presunto omicidio della diciassettenne, l’ex fidanzato della giovane, il 19enne Pietro Morreale.

Sono stati effettuati tutti i rilievi del caso, predisposti dal gip, che hanno condotto a un significativo avanzamento nelle indagini.

Le indagini

Gli agenti della squadra di carabinieri di Messina hanno finalmente ottenuto gli esiti delle prime indagini. Essi hanno depositato la relazione delle indagini, portate avanti dalla Scientifica, sugli elementi rinvenuti sul luogo del delitto.

L’assassinio della giovanissima, originaria di Caccamo, risale ormai al mese di gennaio dello scorso anno. L’ipotesi su cui gli inquirenti stanno attualmente indagando riguardano Pietro Morreale, il quale avrebbe senso viva la ragazza.

Questa, almeno, la pista battuta sinora, secondo quanto riferisce anche la redazione di Fanpage.it. Ad avvalorare tale ricostruzione dei fatti, spuntano ora nuovi dettagli.

Infatti, all’interno dell’auto del giovane gli inquirenti hanno trovato delle tracce di sangue, che contengono sia il Dna della vittima sia quello dello stesso Pietro.

Gli agenti ritengono che sia plausibile che l’assassinio della ragazza sia avvenuto nello spazio del campo sportivo di Caccamo. Poi, sarebbe stata messa in auto e infine il corpo gettato nel dirupo.

Qui, la ragazza è stata ritrovata priva di vita nel corso della notte tra il 23 e 24 gennaio. Il corpo della ragazza rivela segni di percosse poco prima della morte.

Dunque, l’assassino l’ha picchiata prima di toglierle la vita. Roberta ha cercato di opporre resistenza e di darsi alla fuga, ma è stata bloccata e buttata a terra. Poi, le ha dato fuoco, mentre era ancora viva.

Secondo la ricostruzione effettuata, Pietro e Roberta si trovavano insieme al campo sportivo. Gli agenti, inoltre, hanno trovato tracce di “materiale combusto” nel sedile posteriore della vettura, dove Morreale ha avrebbe adagiato il cadavere semicarbonizzato. Infine, nel lavandino della casa di Pietro Morreale, al piano terra, sarebbero state trovate tracce di sangue riconducibili a quello della vittima.

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