Una notte di terrore per una madre e le sue due figlie. Il marito, ubriaco e violento, le costringe a salire in auto e cerca di ucciderle. Ma un’astuta trovata di un carabiniere le salva.
Tutto inizia a Cercola, in provincia di Napoli, a poche ore dal 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne. La madre e le figlie, di 11 e 15 anni, sono a cena dalla cognata. Il padre le raggiunge in auto, visibilmente ubriaco. Le spinge nell’abitacolo e chiude le portiere. La cognata assiste alla scena e chiama il 112.
L’auto parte a folle velocità. Il padre compie manovre azzardate, tentando di far schiantare l’auto. Vuole uccidere tutta la famiglia. La madre e le figlie sono terrorizzate. Non sanno dove si trovino. Non possono scappare.
Un operatore della centrale operativa riceve la chiamata della cognata. Attiva le ricerche, ma non ha informazioni precise. Allora contatta la madre, fingendo di essere un dipendente di una pizzeria. La donna capisce il trucco e fornisce le indicazioni in modo discreto. Il carabiniere raccoglie le informazioni e manda le pattuglie sul posto.
I militari della tenenza di Cercola arrivano in pochi minuti e bloccano la strada al padre. Le tre donne riescono a liberarsi e fuggono. Il padre è fuori di sé: prova ad aggredire moglie e figlie, anche davanti ai militari. L’intervento dura diverse ore. Alla fine il padre ubriaco e violento viene fermato, con molta difficoltà, grazie al supporto dei sanitari del 118.
Il padre viene portato all’ospedale del Mare e poi al carcere di Poggioreale. Deve rispondere di maltrattamenti in famiglia aggravati. È una grave accusa, che potrebbe costargli la libertà.
La madre e le figlie adolescenti, invece, vengono accompagnate in caserma. Ai militari confessano le violenze che hanno dovuto subire e la paura che le ha accompagnate per un anno. Solo dopo l’arresto del padre, le tre donne hanno trovato il coraggio per raccontare tutto. Un incubo che si è finalmente concluso.
La storia di questa famiglia ha suscitato grande commozione e solidarietà. Molte persone si sono offerte di aiutare la madre e le figlie, offrendo loro sostegno morale e materiale. Anche le istituzioni si sono mobilitate, promettendo di garantire loro protezione e assistenza.
La madre e le figlie ora sono al sicuro. Hanno iniziato un percorso di guarigione, sia fisica che psicologica. Hanno ritrovato la fiducia in se stesse e negli altri. Poi hanno una nuova vita davanti a loro. Una vita senza violenza. Una vita piena di speranza.
Fonte: Fanpage
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