Tra le opposizioni «non c’è nessun fronte comune, neanche interno al Pd. Metà partito sta già con Conte e infatti andrà alla manifestazione che, di fatto, è una manifestazione per la resa dell’Ucraina, sette deputati su undici hanno votato contro l’invio di armi».
Queste le parole, del leader di Azione e frontman del “terzo polo” Carlo Calenda, rilasciate oggi in un’intervista al Corriere della Sera.
Per l’ex ministro dello Sviluppo «ormai il Pd è già diviso in due campi. Proveranno a tenere tutto insieme attraverso un nuovo segretario che ricomincerà a dire ‘con Conte ma anche con Calenda‘. È una cosa che non sta in piedi. E a proposito di Ucraina, io propongo a tutti i partiti, a cominciare da Pd e +Europa, una grande manifestazione a sostegno». Per Calenda «il Pd non riesce a trovare l’unità su nulla». E allora «è meglio che si guardino in faccia e decidano se è il caso di continuare a stare insieme». Infine: «Mi sembra che il Pd sia un partito con cui interloquire è molto complicato. Primo perché Letta non interloquisce. Non so con chi voglia farlo, anche perché Conte non vuole parlare con lui. Di questo passo andranno alle Regionali con Fratoianni. Mi pare proprio che stiano ripetendo l’errore delle Politiche».