Emanuele Melillo, l’autista del minibus dell’Atc precipitato giovedì mattina a Capri, sulla strada di Marina Grande.
Secondo i primi esiti dell’autopsia, sarebbe morto, a seguito delle ferite riportate nella caduta , e non per un malore che potrebbe averlo colpito in precedenza.
“Dagli accertamenti eseguiti oggi è emerso, che le cause del decesso sarebbero riconducibili a ‘lesioni multiple agli organi toraco-addominali’.
Al momento, quindi, sembrerebbe escluso che il decesso sia stato causato da un malore o da una patologia”.
Secondo quanto appreso, il personale sanitario avrebbe infatti , cercato di rianimare il giovane che sarebbe stato ancora in vita ,subito dopo l’incidente.
Purtroppo, però, nonostante gli sforzi, Emanuele, padre di una bimba di 8 anni e con un altro figlio in arrivo, non ce l’ha fatta e sarebbe deceduto dopo circa 30 minuti.
Non è ancora esclusa però che possa esserci stato comunque un malore.
L’autista potrebbe essersi sentito male poco prima, aver cercato quindi di accostare il mezzo al marciapiedi, senza riuscirci, e si sarebbe ferito mortalmente poi nella caduta nel dirupo di una decina di metri.
Ad ogni modo, bisogna attendere l’esito degli esami istologici al cuore e al cervello, e di quello tossicologico, per avere un quadro più chiaro.
Tra le altre piste sulle quali si indaga c’è quella del guasto meccanico, e del cedimento della barriera della strada.
L’incarico per l’autopsia è stato conferito in mattinata al medico legale Marta Moccia, negli uffici della Procura di Napoli.
Il sostituto procuratore di Napoli Domenico Musto si è pronunciato contro l’istanza di cremazione della salma che, a questo punto, non verrà restituita alla famiglia per la tumulazione, e resterà sotto custodia nel Secondo Policlinico, in attesa di eventuali ulteriori approfondimenti che, al momento, non possono essere esclusi.
La relazione del consulente nominato dalla Procura verrà consegnata entro 60 giorni.