“Non mi candido. Se ne è parlato ma non c’è stato alcun tipo di approfondimento. Sono rientrato in Formula 1, ho 1.500 dipendenti nel settore ‘Food and Beverage’ e voglio dedicare tempo a mio figlio. Non posso fare altro”.
Dopo le voci circolate sulla presunta candidatura di Briatore,esce allo scoperto negando la possibilità.
Tuttavia, l’imprenditore non rinuncia a spronare i partiti.
“Spero che mettano dei ministri, dei sottosegretari e dei consulenti bravi, gente che capisce, che non stia lì soltanto per meriti politici. I partiti devono imbottirsi di persone brave, in Italia ce ne sono tante”. La sfida è complessa: “Risollevare il Paese che, come una grande azienda, è fatto di persone preparate. I partiti devono assumersi la responsabilità. Ci aspettano grandi sfide – aggiunge Briatore – Avremo molte incognite nel mondo, l’inflazione che continua a correre, il costo altissimo dell’energia che mette a dura prova le imprese”.
Il manager prosegue facendo un appello ai politici, impegnati in queste settimane in programmi e candidature: “Devono pensare che solo le aziende possono salvare il Paese e devono investire su di esse”. Sul reddito di cittadinanza, uno dei punti più discussi nella campagna elettorale, Briatore precisa che “è giusto salvaguardare chi è più debole” ma avverte: “È ingiusto dare salari a gente che non fa niente”.
Non si sbilancia su chi conquisterà Palazzo Chigi, anche se teme che “alla fine vinceranno tutti, è incredibile quello che succede in Italia”. In ogni caso, conclude, “speriamo che la destra,in particolare Giorgia Meloni, abbia una forza tale per governare e che facciano cose importanti”.