Flavio Briatore è tornato in Formula 1 e ha già lasciato il segno. Non solo ha trasformato l’Alpine in pochi mesi, ma è anche uno dei protagonisti della nuova stagione di Drive to Survive. Netflix gli ha dedicato quasi un intero episodio, in cui parla senza filtri della squadra, di Ocon e di Sainz, che avrebbe voluto per il 2025.
L’Alpine era allo sbando. Il presidente De Meo ha deciso di affidarsi a Briatore, l’uomo che con Benetton e Renault ha conquistato sette titoli Mondiali. Briatore ha accettato la sfida e ha rivoluzionato tutto. Ha scelto un team principal giovane, ha puntato su tecnici di alto livello e ha ridisegnato la strategia piloti. Ha confermato Gasly, liquidato Ocon e promosso Doohan. Colapinto è stato scelto come prima riserva, pronto a subentrare.
Il lavoro ha pagato. L’Alpine ha chiuso il 2024 in crescita. Nel documentario, Briatore non si trattiene. Alla domanda sul suo ritorno in F1, risponde con fermezza:
“Sono forte abbastanza, ricco abbastanza da dire a chiunque di stare lontano da me. Non mi interessa. Le persone mi invidiano perché dico la verità. Nella vita voglio vincere.”
Parole chiare, che definiscono la sua mentalità. Un anno fa, in Alpine, nessuno parlava di vittoria. Ora tutto è cambiato. Anche a Enstone l’atmosfera è diversa.
Briatore va dritto al punto anche quando critica la macchina: “Le prestazioni sono di m*a”. Si definisce un “dittatore democratico”. E non scherza. Da quando è tornato, ha fatto venti volte il giro del mondo per lavoro e ha licenziato 300 persone.
Il messaggio è chiaro: l’era Briatore è iniziata. E lui non è tornato per partecipare. È tornato per vincere.
fonte fanpage
foto copertina il corriere