Recentemente, l’account Instagram “Milano Bella da Dio” ha pubblicato video virali che mostrano furti ai danni di pendolari e turisti nella metropolitana di Milano. Nicholas Vaccaro, autore della maggior parte dei filmati, ha affermato di produrre i video gratuitamente e di inviare tutto alla questura. In seguito, il Corriere della Sera ha intervistato una delle donne ritratte nei video, di nome Ana, che ha raccontato la sua storia.
Ana, 29 anni e madre di nove figli, che non vivono con lei in quanto si trovano in Bosnia, ha dichiarato di essere costretta a mantenere la famiglia da sola, poiché suo marito non lavora. Lavora sette giorni su sette, dalla mattina alla sera, e quando stacca va a casa, in una zona chiamata Niguarda, in un appartamento condiviso con amici e parenti.
Ana ha spiegato come compie i suoi furti: si apposta dove i passeggeri comprano i biglietti, in modo da vedere dove mettono il portafoglio. Poi sceglie le vittime più vulnerabili, di solito le donne, si toglie il giubbotto e lo porta al braccio, nascondendo la mano con cui frugherà nella borsa. Se riesce a prendere uno smartphone, è una grande vittoria.
La ragazza ha dichiarato di aver ereditato il mestiere dai suoi genitori, che ora vivono in Spagna in un’altra casa di proprietà, e che una delle sue sorelle si è ribellata a questa vita diventando parrucchiera. Ana ha continuato a seguire la tradizione di famiglia e ora divide il suo tempo tra Milano e Roma, dove ha un altro tetto. Si sposta in treno, non ha la patente e non ha una vita sociale, poiché suo marito è molto geloso.
La storia di Ana è un esempio di come la povertà e la disperazione spingano le persone a compiere atti illeciti per sopravvivere. La situazione è particolarmente tragica poiché coinvolge anche i suoi figli che vivono in un altro paese. Questo è un problema che deve essere affrontato a livello sociale, in modo che queste persone possano avere alternative legali per guadagnarsi da vivere e non essere costrette a commettere crimini.
Fonte: open