In principio fu il partygate, poi lo scandalo Pincher: per Boris Johnson, primo- e discusso- ministro inglese, l’avventura alla guida del governo inglese sembra avere i giorni contati. Proseguono le dimissioni di massa dal governo, con oltre 50 membri che l’hanno lasciato sul ciglio del burrone, sull’onda dei contraccolpi dello scandalo Pincher. Per i media britannici il primo ministro sarebbe pronto a dimettersi in giornata: secondo quanto rende noto la Bbc, BoJo ha manifestato la volontà di rimanere in carica fino a quando il nuovo leader dei Tory non sarà eletto in autunno.
Le dimissioni
A lasciare l’incarico oggi la segretaria dello scacchiere al Tesoro, Helen Whately (responsabile per la crescita e la produttività). L’annuncio segue di pochi minuti quello del ministro per l’Irlanda del Nord, Brandon Lewis («il governo richiede onestà, integrità e rispetto reciproco»), e quello del ministro delle Pensioni Guy Opperman. Sono di stamattina anche l’addio del ministro della Tecnologia Chris Philp – finora leale a Johnson -, del ministro James Cartlidge, del ministro per la sicurezza Damian Hind e quello per la Scienza George Freeman. «Questa situazione non è sostenibile – ha scritto anche Nadhim Zahawi – e non potrà che peggiorare, per lei, per il Partito conservatore e soprattutto per il Paese. Deve fare la cosa giusta e lasciare ora». Meno di 48 ore dopo essere stato nominato cancelliere dello Scacchiere martedì sera, in sostituzione del dimissionario, Rishi Sunak, anche Zahawi ha chiesto a Johnson di lasciare l’incarico di premier.
Il nuovo leader
Le elezioni interne per la scelta di un nuovo leader Tory verrebbero infatti convocate durante l’estate, con l’idea che il vincitore o la vincitrice possa essere annunciata nelle prossime settimane e – automaticamente – subentrare poi a Johnson anche alla guida del governo britannico. È attesa a momenti una dichiarazione al Paese.