Bonus covid 2021, requisiti, domande e possibili rifiuti. Quanti hanno avuto risposta alla domanda? E quanti, loro malgrado, si sono ritrovati come esito “Reiezione”? In molti, a quanto pare, sfortunatamente. Peggio, non sarebbe ancora del tutto chiaro come effettuare un eventuale ricorso. Questo ha causato non pochi malcontenti da parte dei possibili avente diritto che da giorni intasano il contact center dedicato alla disperata ricerca di possibili spiegazioni. Il governo Draghi, sin dall’inizio del suo esecutivo, si è distinto per i numerosi interventi a favore del cittadino. Interventi che molte volte si sono concretizzati in aiuti economici per consentire ai contribuenti di andare avanti nella vita di tutti i giorni, pagare le tasse, le bollette e così via. E con l’obiettivo di conseguire questi “risultati “che sono stati emanati i cosiddetti “bonus economici” che ritroviamo in gran parte degli emendamenti dell’esecutivo. Uno degli aiuti economici più importanti e sicuramente “il bonus covid 2021”. Questa misura è indirizzata a categorie specifiche, ossia quegli ordini sociali che hanno sofferto particolarmente in quest’anno e mezzo di pandemia e che solo ora, a fatica, stanno iniziando a rialzarsi. Le domande dovranno essere presentate entro e non oltre il 31 maggio attraverso una richiesta telematica da effettuare tramite il portale dell’INPS e l’erogazione dei bonus sarà garantita fino al 31 luglio. Un aiuto economico importante che sottolinea ancora una volta la vicinanza dello Stato alle esigenze e alle problematiche dei cittadini. C’è anche da dire però che in alcuni casi questo bonus Covid 2021 può essere rifiutato. In questo caso andiamo a vedere le ragioni di questo rifiuto e come chiederne il riesame.
Le ragioni del rifiuto del bonus Covid e la procedura per chiederne il riesame
Gli interventi del governo sono stati decisi, veloci e pronti nel venire incontro alle richieste dei cittadini. Ma è anche vero che sono stati stabiliti dei requisiti rigidi da rispettare per accedere ai sussidi economici stabiliti dallo Stato. Molti lavoratori, infatti, si sono visti rifiutare la loro richiesta di indennità legata alle problematiche relative all’emergenza Covid, perché non rientranti nei parametri previsti per averne diritto. Il sostentamento pecuniario, che ammonta a circa 1000 euro, è prettamente destinato ai lavoratori il cui settore è in forte crisi per le conseguenze catastrofiche della pandemia e per le misure restrittive eccezionali intraprese dal governo per limitarne la diffusione. Quindi vere e proprie “categorie specifiche” che possono beneficiare di un soccorso vitale e che non sono rientrati nei primi provvedimenti o nei ristori concessi dall’ esecutivo. Abbiamo detto però che in alcuni casi la domanda del “bonus” può essere respinta.
Domanda respinta, cosa fare?
In questo caso gli esiti delle domande per il sussidio economico omnicomprensivo e le relative motivazioni possono essere consultate direttamente sul sito dell’Inps. Gli utenti che si sono visti rifiutare questo aiuto, perché sprovvisti dei requisiti richiesti, possono fare domanda per il riesame della loro situazione con la contestazione delle motivazioni che sono alla base del diniego. Ricordiamo che possono essere varie le ragioni del rigetto. Ora, i contribuenti che si sono visti negare l’erogazione del contributo, molto probabilmente risultano iscritti ad altre casse previdenziali oppure sono stati assunti in determinate attività lavorative che hanno un codice ATECO diverso da quelli indicati per l’indennità prevista dal bonus covid. Il codice ATECO è una classificazione delle attività economiche adottata dall’Istituto nazionale di statistica italiano (ISTAT). Si tratta di una classificazione soggetta ad aggiornamenti e modifiche annuali in stretta collaborazione con l’agenzia delle entrate, le camere di commercio e altri enti. La presenza di un codice ATECO non corrispondente ai requisiti richiesti è una delle cause di rifiuto della domanda di accesso al bonus.
Come richiederne il riesame e i tempi da rispettare
Chi si è visto rifiutare la domanda ha dei tempi piuttosto ristretti per fare ricorso. Infatti l’utente, una volta preso atto della pubblicazione del messaggio di rifiuto, ha 20 giorni per chiederne il riesame e scaduto il termine senza che il cittadino abbia documentato il possesso dei requisiti, la domanda viene cestinata. Le procedure per inviare la documentazione richiesta sono varie. Infatti il contribuente può andare sul sito dell’Inps e accedere al link “esiti”, dove vi saranno le motivazioni di appoggio o di negazione riguardo la richiesta presentata. Se vi saranno motivazioni di rifiuto l’utente potrà accedere ad un’apposita funzione con la quale allegare i file richiesti per il riesame. Inoltre questa documentazione può essere inviata anche tramite email per facilitare la celerità del ricorso. Bisogna aggiungere che il cittadino, di fronte a un ennesimo rifiuto, può proporre anche un’azione giudiziaria a sue spese. Un caso estremo che si verifica molto raramente ma che non è da escludere a priori.
Le categorie dei lavoratori che possono richiedere il riesame
Durante l’articolo ci siamo soffermati anche sulle categorie di lavoratori che possono richiedere il riesame della domanda a seguito del diniego. C’è da dire che queste domande di riesame sono molto frequenti data la situazione di estrema indigenza delle categorie più colpite che hanno dovuto sopportare gravissimi disagi in quest’anno di pandemia. Privazioni economiche che non hanno consentito ai lavoratori una vita facile ma anzi piena di difficoltà cui il governo ha cercato di porre rimedio. Ricordiamo ora le classi lavoratrici che possono richiedere il riesame. Questi possono essere i lavoratori stagionali nell’ambito del turismo e degli stabilimenti balneari, i lavoratori stagionali negli stabilimenti termali, i lavoratori dediti al turismo e i dipendenti stagionali che appartengono però a settori completamente diversi rispetto a quelli del turismo e degli stabilimenti balneari quali, ad esempio, gli operai autonomi occasionali e coloro che lavorano all’interno del mondo dello spettacolo.
Le “riaperture”
Categorie come abbiamo visto che si preparano a ripartire a seguito delle aperture graduali che il governo sta effettuando tramite la conferma, di volta in volta, della diminuzione dei contagi e che fanno del contatto col pubblico e dell’intrattenimento la ragione di vita del proprio lavoro. Il governo di fronte al rifiuto della prima domanda non nega il ricorso, anzi lo incentiva ma solo a determinate condizioni. Infatti l’erogazione o meno di questo “bonus economico “deve avvenire, parole di Draghi, nella regolarità e nel rispetto dei requisiti richiesti dall’esecutivo.