Una testimone avrebbe sentito i vagiti del bimbo morto in culla termica, a Bari, già due giorni prima del tragico ritrovamento. La donna avrebbe, quindi, scambiato i vagiti come i miagolii di un gatto. Si infittisce il mistero attorno a questa tragica morte.
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Il bimbo morto nella culla termica era lì già da due giorni? Forse è questo ciò che emerge dal racconto di una testimone. La donna, una pensionata che abita in una palazzina di fronte al locale che ospita la culla, ha reso ai carabinieri una dichiarazione spontanea che i militari hanno trasmesso ai colleghi della squadra mobile. La donna è stata ascoltata da loro nella giornata di mercoledì come persona informata dei fatti. La notizia è stata pubblicata dal Quotidiano di Puglia.
La testimone ha riferito di aver sentito il pianto alle 20.30 del 31 dicembre, due giorni prima del ritrovamento del piccolo. La drammatica scoperta è avvenuta il 2 gennaio per puro caso: l’allarme collegato alla culla infatti non è scattato e il parroco don Antonio Ruccia ha confermato che il suo cellulare non ha squillato. Del piccolo si è accorto il titolare di un’agenzia funebre durante un funerale.
L’uomo che ha effettuato il ritrovamento ha raccontato di essere entrato nello spazio dove si trova la culletta per mostrarla a un collaboratore che dopo un funerale gli aveva detto di non averla mai vista. Entrando, il titolare dell’agenzia funebre si è reso conto che nella culla c’era un neonato ormai morto, di sesso maschile. L’uomo ha subito allertato il 118 per i soccorsi e da qui sono partiti gli accertamenti anche da parte delle autorità.
Fonte: Fanpage
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