Bimbi strattonati e costretti a mangiare cibo caduto, assolte maestre di un nido: “Pochi episodi, non è maltrattamento”

9 Dicembre 2025 - 14:45

Bimbi strattonati e costretti a mangiare cibo caduto, assolte maestre di un nido: “Pochi episodi, non è maltrattamento”

Assolte tre maestre accusate di maltrattamenti in un asilo di Roma Nord, per i giudici “il numero di episodi non è rilevante”. La procura impugna la sentenza.

Avrebbero costretto con la forza una bambina a mangiare un pezzo di frutta caduto sul pavimento, un altro sarebbe stato strattonato e sbattuto a terra. Ma i giudici hanno assolto in primo grado tre maestre di un asilo nido di Roma Nord accusate di maltrattamenti. La procura non ci sta e annuncia il ricordo in Appello. La pubblico ministero Maria Perna parla di “un corto circuito motivazionale” nella sentenza della corte.

I video delle telecamere nascoste nell’asilo dagli investigatori mostrano una maestra che “imbocca forzatamente una bambina, infilandole un pezzetto di frutta, caduto a terra, e costringendola, nonostante il pianto, a tenere chiusa la bocca”, come scrivono nel loro resoconto. Ma non solo, “rimprovera un bambino rimasto solo a tavola perché non scende dalla sedia, poi lo afferra e lo strattona”, oppure “lo strattona sollevandolo per un braccio e mettendolo bruscamente a sedere per terra, tanto che il piccolo scoppia a piangere”, come riporta Repubblica.

Le indagini, corredate da riprese e intercettazioni ambientali, scattano dopo la denuncia, nel febbraio del 2024, di una psicologa, che parla di “interazioni microaggressive” contro i piccoli. Nei filmati sono immortalati vari momenti come quelli descritti dagli inquirenti, ma per i giudici “il numero di episodi ritenuti maltrattanti in prospettiva accusatoria non è rilevante tenuto conto dell’impegno quotidiano delle maestre con gli stessi bambini in orario compreso tra le 8.30 e le 16.30″, scrivono nella sentenza. Le maestre avrebbero tenuto “un atteggiamento forse reattivo”.

La decisione è contestata con forza dalla pm Perna, per cui l’argomento del tempo di lavoro non può essere una scriminante. Riconoscerlo, continua, significherebbe legittimare qualsiasi abuso se avvenuto dopo molte ore di condotte corrette. C’è poi da considerare l’età dei bambini, tutti fra i 2 e i 3 anni, per cui ritenere i fatti non maltrattanti è “altamente opinabile”. La sentenza è ritenuta corretta, invece, dalla difesa. “Due consulenze tecniche, una nostra e una della struttura, non hanno individuato condotte maltrattanti”, dice Domenico Naccari, avvocato delle maestre. “La nostra consulente ha rilevato un solo episodio dubbio per due maestre, quindi si esclude la reiterazione”.

Riguardo ai video, aggiunge: “Noi della difesa siamo gli unici ad averli visionati integralmente: il 99% mostra comportamenti affettuosi. L’1% selezionato, invece, non è stato giudicato maltrattante”. A sostegno della tesi della difesa e dei giudici di primo grado ci sarebbero anche delle testimonianze dei genitori “che attestano sicurezza e fiducia nelle maestre”, conclude Naccari.

Procura e parte civile, rappresentata dall’avvocato Pierluigi Nazzaro, non si arrendono e confidano nella Corte d’Appello.

Fonte: fanpage

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